La Nuova Sardegna

Olbia

abusi edilizi

Sotto sequestro la villa di un gioielliere

di Giampiero Cocco
Sotto sequestro la villa di un gioielliere

Golfo Aranci: iI proprietario, svizzero, aveva demolito il vecchio immobile per realizzarne uno nuovo a 80 metri dal mare

10 luglio 2015
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GOLFO ARANCI. La villa, immersa nella macchia mediterranea, aveva subito di recente lavori di ristrutturazione, a pochi passi dal mare di Golfo Aranci. Ieri l’immobile, realizzato alla fine degli anni Ottanta e di proprietà di una coppia di gioiellieri svizzeri, è stata messa sotto sequestro per abusi edilizi e per gli ampliamenti non previsti nellla licenza edilizia di ristrutturazione.

Sul registro degli indagati, per concorso in abusi edilizi, sono stati iscrittiFrank Robbez Masson, originario di Casablanca (Marocco), la moglie Catherine Nurit, entrambi residenti nel cantone francese della Svizzera, e l’architetto Sandra Deiana, con studio professionale a Olbia.

Le contestazioni mosse dal capo della procura della Repubblica Domenico Fiordalisi parlano di irregolarità edilizie per la «totale difformità dalla concessione edilizia rilasciata dal comune di Golfo Aranci nel gennaio del 2013 che prevedeva l’ampliamento e le modifiche di una abitazione».

Durante i lavori, però, l’intero complesso, realizzato a ottanta metri dal mare dal vecchio proprietario, sarebbe stato demolito per ricostruirlo ex novo, «nella sua quasi totale interezza – dice il capo d’accusa –, con la creazione di nuovi volumi pari a circa 60 metri quadri».

Il sequestro preventivo, disposto dal tribunale di Tempio su richiesta del capo della Procura è stato eseguito ieri pomeriggio dai carabinieri di Golfo Aranci, i quali hanno sigillato l’intero immobile e il cancello d’ingresso dopo aver notificato l’ordinanza ai legali della famiglia svizzera che si erano opposti alla richiesta di sequestro, istanza rigettata dai giudici del tribunale gallurese.

L’intera struttura avrebbe subìto, stando alla documentazione agli atti, una «radicale trasformazione del preesistente edificio, mediante abbattimento e successiva ricostruzione di gran parte del corpo di fabbrica e la sostituzione dei materiali (dalla vecchia struttura in mattoni si è passati al cemento armato) con perdurante offesa all’ambiente e al territorio, in stretta connessione all’utilizzazione della costruzione ultimata». A scoprire l’immobile abusivo era stato personalmetne il capo della Procura durante un sopralluogo sulla costa di Golfo Aranci, in occasione di uno dei suoi interventi su “Terrata 2”. L’occhio del magistrato ambientalista si era fermato su quella costruzione in riva al mare, appena ultimata. I controlli disposti dal capo della procura avevano accertato l’esistenza di diverse irregolarità.

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