La Nuova Sardegna

Olbia

Mela contro la Regione: «La Asl resti autonoma»

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Mela contro la Regione: «La Asl resti autonoma»

Il dirigente di Ortopedia del Giovanni Paolo II all’attacco della riforma sanitaria «La politica non lasci il Mater Olbia in mano a interessi fuori dal territorio»

01 luglio 2015
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OLBIA. La riforma delle Asl rischia di mettere ko la sanità olbiese. A lanciare l'allarme è Peppino Mela, dirigente di ortopedia e traumatologia dell'ospedale Giovanni Paolo II, che invita la politica locale ad alzare la voce di fronte a quello che, a suo dire, si presenta come un nuovo scippo alla Gallura. O meglio un nuovo affronto a una sanità che a Cagliari ha avuto sempre poca considerazione. «Chi vive e opera a Olbia non può che aspettarsi sfavorevoli ripercussioni dalla riforma regionale – attacca Mela –. Da noi sia la sanità ospedaliera che quella territoriale sono sempre state deficitarie: numero di posti letto inferiore a quelli di qualsiasi altra Asl, pochi finanziamenti, minori risorse, nessun posto letto di Hospice. I politici regionali del passato non hanno mai fatto una valutazione corretta del flusso annuale di persone nel territorio della Gallura. Flussi che, invece, per esempio, meritano una dettagliata analisi e adeguate risposte quando si tratti di arrivi croceristici a Cagliari. Un grande numero di persone che arrivano negli scali portuali e aeroportuali di Olbia, e che presentino patologie acute o necessitino di una continuità terapeutica per malattie croniche, debbono essere, loro malgrado, indirizzate in altri ospedali. Altre Asl della Sardegna e altri ospedali di centri minori dispongono di unità operative che, quantunque richieste, non sono mai state ratificate per l'ospedale di Olbia».

Per Mela la situazione della sanità in Gallura ha cominciato a migliorare solo quando ha ottenuto l’autonomia da Sassari. Ma ora, questo è il suo timore, la riforma regionale potrebbe riportarla indietro di anni. «Oggi disponiamo di un ospedale pubblico nuovo, moderno – dice ancora il primario –. L'operatività deve essere ancora incrementata e infatti, anche per routinarie patologie elettive, molti pazienti sono costretti, esausti per la lunghezza delle liste di attesa, a rivolgersi altrove. Ebbene, a fronte delle esigenze comprovate, pare che il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera preveda il potenziamento effettivo di 2-3 poli. Ma Olbia non sarà individuata come sede di hub. E così sarà, anche se Olbia, proprio in considerazione della gente in transito, che ha gli stessi diritti dei residenti, presenti un peso assolutamente superiore a quello degli hub vicini. Sembra che le Asl potrebbero essere una, due, tre e tra di esse non figurerebbe quella gallurese. Neppure l'approvazione del Mater Olbia indurrebbe la Regione a riconfermare la Asl».

Non giocano a favore dell'autonomia della Asl di Olbia, secondo Mela, i rappresentanti istituzionali dell'Alta Gallura. «Affermano di volersi distaccare e accorpare a Sassari, facilitando una manovra che servirebbe solamente a sanare gli esuberi di quella Asl». Ma neanche il silenzio della politica olbiese aiuta la battaglia per l’auonomia dell’azienda sanitaria. «Il Mater Olbia è una grande conquista, una grande prospettiva. Non si dovrebbe neppure pensare di accorparlo a un'altra Asl . I politici di Olbia dovrebbero sostenere con forza questa linea: chi toglierà l'autonomia alla Asl, chi sottometterà il Mater Olbia agli interessi di territori concorrenti, dovrà assumersene tutte le responsabilità, in tutti i termini, compresi quelli politici. L'ospedale pubblico assieme al Mater Olbia si troverebbero in condizioni di riuscire, finalmente, a offrire a tutto il territorio una sanità normale, dove normale sta per coerente con i bisogni dei cittadini». (al.pi.)

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