La Nuova Sardegna

OLBIA. I grandi numeri del passato sono ancora lontani, ma la Sardegna ritorna a essere tra le mete preferite dai turisti. Stranieri soprattutto, ma anche gli italiani hanno ricominciato a considerare l’isola per le vacanze. Fare un bilancio è ancora prematuro, i dati certi non sono ancora disponibili, ma le impressioni sul mese di giugno trovano tutti concordi: la ripresa del turismo c’è.

A Porto Rotondo, incrociando i consumi dell’acqua e del depuratore, si calcola un più 2,5 per cento rispetto al 2014 (che già aveva registrato un eccezionale più 12 grazie alle celebrazioni per il cinquantenario). Un trend positivo confermato anche dai dati della Marina, laddove le imbarcazioni, complice l’abbassamento dell’Iva sul posto barca dal 22 al 10 per cento, veleggiano su un più 12-15 per cento, con una forte presenza di svizzeri, francesi e tedeschi. Il che conferma la tendenza di un anno fa, quando per la prima volta il porto del borgo, solitamente battente bandiera italiana, vide il sorpasso delle barche estere.

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Buone notizie anche dalla Costa Smeralda, dove, però, accanto al segno più delle strutture ricettive si segnala una flessione per i servizi della filiera, ovvero ristorazione, escursioni e noleggio gommoni. “Rispetto a un anno fa si registra un 20 per cento in più delle prenotazioni – afferma Paolo Manca, presidente regionale di Federalberghi –. La sola Gallura ospita il 50 per cento delle strutture ricettive e di queste il 10 si trova ad Arzachena, dove si contano oltre 14mila posti letto ufficiali. Ora dobbiamo capire se quel 20 per cento in più di clienti ha semplicemente anticipato le prenotazioni o se in effetti stanno arrivando più turisti”.

Uno scenario confermato anche dall’assessore regionale al Turismo, Francesco Morandi, nei giorni scorsi a Olbia per un convegno promosso da Unicredit. “Oggi la Sardegna ha finalmente una strategia e cominciano a vedersi i frutti: la crescita delle presenze, il ritorno degli italiani, l'aumento delle prenotazioni aeree e navali, 17 fiere, 9 eventi internazionali. Il tutto senza risorse. Il prossimo passo sarà passare dalla strategia al prodotto, con la strutturazione dei servizi”. Che è proprio quello che chiedono gli operatori del settore per essere ancora più competitivi.