La Nuova Sardegna

Olbia

Rio San Giovanni, Olbia e Arzachena aspettano la bonifica da 19 mesi

Serena Lullia
Il rio San Giovanni e sullo sfondo la fabbrica della Camp
Il rio San Giovanni e sullo sfondo la fabbrica della Camp

La notte dell’alluvione finirono nel fiume 12mila litri di gasolio. Fu stimata una spesa di 5 milioni per risanare le acque

29 giugno 2015
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OLBIA. Avvelenato da Cleopatra la notte del 18 novembre 2013. Quando la fabbrica di asfalto Camp scaricò 12mila litri di gasolio e olio combustibile nella sua pancia. Ma a 19 mesi dall'alluvione, la bomba ecologica del rio San Giovanni secondo alcuni sembra essersi autodisinnescata. Come per miracolo. I 5 milioni di euro ipotizzati dai tecnici per cancellare l'inquinamento dal fiume non servirebbero più. Almeno secondo quanto sostiene l’Arpas. Al sindaco di Arzachena l’Agenzia regionale ha detto che il fiume non è più inquinato. Così la corsa contro il tempo per evitare che il gasolio e l'olio combustibile scendessero in profondità si è fermata. Per uno strano e prodigioso processo di autobonifica. Poco importa se il fiume che scorre tra i comuni di Olbia e Arzachena e si tuffa nel golfo di Cannigione sia soffocato in alcuni punti da una spessa patina oleosa e le rocce siano imbrattate di catrame fresco.

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A guardare la danza lenta del rio verso il mare è difficile pensare al San Giovanni come a un fiume vorace, capace di seminare terrore e morte. Ma la notte del 18 novembre, gonfio di acqua, uscì dal suo letto e invase i terreni circostanti. I segni del suo passaggio sono ancora evidenti. Detriti e sabbia ovunque. Piccoli deserti tra il verde della vegetazione e la strada che da Olbia porta ad Arzachena. Con violenza il muro di acqua si abbattè contro la fabbrica di bitume sulla Olbia-Arzachena, la Camp srl. Secondo i dati forniti dalla polizia locale, dai depositi strappò via decine di cisterne piene di olio combustibile, circa 7mila litri. Nel fiume finirono tra i 3 e i 5mila litri di gasolio; oltre ad altri bidoni di oli con emulsioni.

Oggi il San Giovanni scorre placido. Sullo sfondo la fabbrica di asfalto chiusa, nell'aria odore di gasolio, le rocce bianche spennellate di nero. In alcuni punti l'acqua è immobile, soffocata da una patina oleosa, densa. Le radici degli alberi conficcate dentro l’acqua marrone. Sulle sponde del fiume, proprio nel punto in cui Cleopatra ha trascinato i fusti di olio combustibile, se si gratta un po’ la superficie si vede la terra cambiare colore. Da marrone a nera dopo solo qualche centimetro. Basta poi accostarla al naso per sentire un odore acre. Ma risalendo il rio viene a galla un'altra verità. Non solo il catrame è scivolato sotto la pelle del fiume. Ci sono tracce fresche di bitume un po'ovunque. Il nero liquido brilla sotto il sole. Sporca sassi, piante, radici. Secchiate di veleno tra il verde della vegetazione. Immagini e odori che sono in contrasto con quanto affermato dall'Arpas.

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Il Comune di Arzachena, dopo essersi battuto insieme a Olbia perché i soldi per le bonifiche del San Giovanni fossero stanziati subito, vuole vederci chiaro. «Abbiamo parlato con l'Arpas – spiega il sindaco di Arzachena Alberto Ragnedda –. Sostiene che i sondaggi eseguiti un anno fa non hanno rilevato tracce di inquinamento, né nell'acqua del fiume, né nell'area circostante la fabbrica. Ma alla luce di quanto emerge vogliamo vederci chiaro. Sui temi ambientali la guardia non va mai abbassata. Subito dopo l’incidente alla fabbrica chiedemmo di fare presto per evitare che gli idrocarburi penetrassero nel terreno. Oggi senza interventi mirati, se non una bonifica iniziale e la messa in sicurezza dell’azienda, ci viene detto che è tutto a posto». La Regione, aveva stanziato 350mila euro per la messa in sicurezza dell'area intorno alla fabbrica. 500mila la Provincia. Calcolata invece prima in 2milioni e mezzo di euro poi in 5 milioni la bonifica delle acque avvelenate. Nel mese di marzo del 2014 anche i consiglieri regionali galluresi Giuseppe Fasolino e Giuseppe Meloni avevano chiesto al governo interventi immediati per disinnescare la bomba ecologica.

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