La Nuova Sardegna

Olbia

OLBIA

Giovane violentata e segregata dal padre e dallo zio

Un'immagine simbolo di violenza sulle donne
Un'immagine simbolo di violenza sulle donne

I due colpevoli sono stati rintracciati dopo mesi di ricerche e arrestati dalla polizia

03 giugno 2015
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OLBIA. Un'altra triste storia di violenza sulle donne è emersa il 3 giugno 2015. Protagonista una giovane donna di Olbia, sottoposta a ogni genere di violenza fisica e psicologica da parte del padre e dello zio (il fratello della mamma). Dopo minuziose indagini, gli uomini del commissariato di Olbia hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Cagliari nei confronti di M.A., 44enne, sassarese, e P.S., 52enne, nuorese. "Nei loro confronti - informa una nota della Questura di Sassari -  sono emersi gravi indizi di colpevolezza in ordine alla commissione dei reati di riduzione in schiavitù e violenza sessuale aggravata".

Tutto è iniziato nei mesi precedenti, quando la polizia, dopo aver effettuato un intervento  di natura assistenziale nei confronti di una giovane donna, in evidente situazione di disagio e di vulnerabilità, ha iniziato approfondite indagini sui due uomini, sospettati di averle usato in più circostanze violenza. I due sono stati segnalati alla Procura distrettuale di Cagliari, competente per queste tipologie di reati. "Dalle indagini è emerso - prosegue il comunicato - che gli indagati, nei primi mesi del 2015 corrente anno, nell’hinterland olbiese, mediante percosse e minacce, avrebbero costretto la ragazza in uno stato di soggezione continuativa e di inibizione della capacità di autodeterminazione, costringendola ad avere rapporti sessuali con entrambi".

In soccorso della giovane vittima  sono state immediatamente attivate le procedure volte a fornirle un adeguato sostegno psicologico e una dimora protetta, anche attraverso l’attuazione del protocollo contro la violenza sulle donne. Un protocollo di legalità stipulato, nel 2014, tra la Questura di Sassari e il “Centro Prospettiva Donna” di Olbia attivamente coinvolto in questa vicenda terribile a sostegno della ragazza. I due sono stati arrestati dopo essere stati rintracciati nell’agro di Olbia, dove avevano trovato rifugio da diversi mesi, e sono stati condotti al carcere di Bancali a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

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