La Nuova Sardegna

SANT'ANTONIO. Si sentono orfani, dimenticati e maltrattati dalle istituzioni. I cittadini di Priatu, frazione del comune di Sant'Antonio di Gallura, si sono uniti in comitato e hanno organizzato un corteo di protesta. Chiedono che la strada provinciale 38 bis venga riaperta. Dal 18 novembre 2013, quando il ponte di Monte Pinu si sbriciolò sotto le sferzate del ciclone Cleopatra, l'arteria viaria non è stata mai più ripristinata.

Il corteo. Un centinaio di persone, a cui si sono aggiunti tanti sindaci della Gallura, hanno manifestato la loro rabbia. "Restituiteci la nostra strada" è uno degli slogan della manifestazione pacifica che si è svolta su un tratto di asfalto dimenticato. Ciò che ancora manca, dopo un anno e mezzo, sono le risorse.

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La promessa. «Ci sarà una dotazione di quindici milioni aggiuntivi -  spiega il sindaco di Luogosanto Antonio Scampuddu - , che saranno sommati ai dieci già disponibili per l’appalto assegnato all’Anas». La novità è emersa nel corso di un tavolo tecnico Regione, Comune e parti sociali.

Il piano b. Ma si fa strada anche l'ipotesi di un piano b, di una alternativa nell'attesa che il ponte sia ricostruito. Arriva dall'assessore comunale ai Lavori pubblici di Olbia, Davide Bacciu. Il modello è quello di Loiri-Porto San Paolo, dove era crollato il ponte sul Loddone. "Si potrebbero realizzare due bretelle che aggirino il ponte crollato". La proposta verrà avanzata all'assessore regionale Paolo Maninchedda, titolare dei Lavori pubblici. (se.lu.)