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Sant’Antonio, la questua per Su fogarone

Sant’Antonio, la questua per Su fogarone

OLBIA. Legna al fuoco. I volontari di comitato e parrocchia sono già per le strade per la tradizionale questua. Sono infatti cominciati i preparativi della quinta edizione della festa di Sant’Antonio...

22 dicembre 2014
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OLBIA. Legna al fuoco. I volontari di comitato e parrocchia sono già per le strade per la tradizionale questua. Sono infatti cominciati i preparativi della quinta edizione della festa di Sant’Antonio Abate, in programma il 17 e 18 gennaio, come sempre nel quartiere di Isticcadeddu, dove sarà acceso il tradizionale «Fogarone». L’organizzazione è nelle mani della parrocchia di San Michele Arcangelo, guidata da don Theron Casula, e del comitato dei festeggiamenti presieduto da Antioco Tilocca. Una festa che in città ha ormai assunto una certa importanza. «Con la festa di Sant’Antonio Abate recuperiamo un antico culto presente a Olbia fino a molti anni fa – spiega il parroco -. Accanto al municipio una volta esisteva infatti una chiesa dedicata al santo. E con la sua demolizione sono poi scomparsi pure i riti». E così, oltre un secolo più tardi, la festa è risorta nel quartiere di Isticcadeddu. «Sant’Antonio si venera in molti centri della Sardegna – continua don Theron Casula -. Infatti l’attuale festa è nata dal desiderio di molte persone originarie di altri paesi e che da anni vivono a Olbia. Insomma, è un po’ la festa di tutta la città». Quindi fervono i preparativi per organizzare una quinta edizione in linea con le precedenti. Il cuore della festa sarà il campo accanto alla scuola media di Isticcadeddu. Lì verrà acceso «Su fogarone», un immenso falò che è il tratto caratteristico delle celebrazioni in onore a Sant’Antonio e che richiama sempre molte persone. Nella due giorni si svolgeranno ovviamente diverse funzioni religiose e anche momenti dedicati alla cultura, allo spettacolo e ai sapori tipici della Sardegna. I componenti del comitato sono adesso impegnati nella questua, in tutta la città, e sono riconoscibili da un cartellino. (d.b.)

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