La Nuova Sardegna

Olbia

Il Pd: «Nuovi editori per 5 Stelle»

Il Pd: «Nuovi editori per 5 Stelle»

Precipita la crisi della tv di Iervolino. Un appello agli imprenditori locali per rilevare l’emittente

19 dicembre 2014
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OLBIA. L’editore Gianni Iervolino non cede: nonostante le pressioni dell’opinione pubblica, del sindacato e delle forze politiche ieri ha ribadito che non pagherà neanche uno dei sette stipendi arretrati dovuti ai dipendenti di 5 Stelle Sardegna, giornalisti e tecnici. La vicenda, intanto, finirà sul tavolo del prefetto di Sassari, sollecitato dall’Assostampa. Intanto la tv olbiese da qualche giorno ha spento microfoni e telecamere. A cominciare dal telegiornale.

Sulla crisi di 5 Stelle interviene nuovamente anche il Pd olbiese. «Siamo allibiti, sconcertati e indignati di fronte all'ingiustificato atteggiamento dell'editore nei confronti dei lavoratori – dice Angela Corda – gli attacchi sterili e privi di senso offendono la dignità dei lavoratori che hanno sempre operato con professionalità, competenza e dedizione, lavoro svolto sempre con passione, contribuendo allo sviluppo e alla crescita dell'emittente. È necessario un ruolo centrale della politica che favorisca il dialogo tra le parti per favorire il superamento delle controversie in atto e un piano di ristrutturazione e di investimenti per stimolare un vero, serio e duraturo rilancio dell'azienda». «Per questo motivo – aggiunge il Pd – proponiamo l'attivazione immediata di un tavolo permanente tecnico-politico per rimuovere le posizioni unilaterali dell'editore. In questo scenario serve un cambio di guardia e allora rivolgiamo un appello agli imprenditori della città affinché valutino di rilevare la maggioranza del pacchetto azionario per ridare un futuro alla testata, altrimenti condannata a un lento e inesorabile declino, consentendo così di rafforzare una voce libera, autorevole e indipendente nel panorama dell'informazione in città e per il territorio regionale. All'editore chiediamo di corrispondere parte degli emolumenti ai dipendenti come segnale di distensione e di atto di responsabilità civica».(red.ol.)

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