La Nuova Sardegna

TEMPIO. Il tribunale del riesame ha respinto, senza decisione, il ricorso presentato dall’avvocato Stefano Valentini che chiedeva l’annullamento del provvedimento di arresto nei confronti del suo assistito, Francesco Lavorato. Il ricorso dell’avvocato torinese è stato dichiarato irrituale e quindi irricevibile dai giudici del riesame, da qui la decisione del difesnore di non reiterare nella richiesta di annullamento dei provvedimento restrittivo emesso nei confronti del suo cliente.

L’impianto accusatorio che ha fatto finire agli arresti domiciliari Antonello Matiz, ex responsabile del settore urbanistica ed edilizia privata del Comune di Arzachena, il geometra nuorese Fabrizio Maccioni e l’immmobiliarista Francesco Lavorato resta dunque immutato, con il mantenimento delle misure restrittive nei confronti degli indagati. I tre sono accusati di concorso in corruzione e, il solo Antonello Matiz, anche di abuso d’ufficio. Alla base dell’inchiesta condotta dal capo della Procura gallurese Domenico Fiordalisi ci sarebbe una mazzetta da 20 mila che Francesco Lavorato, amministratore della immobiliare Rufus srl (controllata da una societa lussemburghese facente capo ad alcuni oligarchi russi) avrebbe affidato a Fabrizio Maccioni perché arrivassero nella disponibilità di Antonello Matiz. Questo, secondo l’accusa, il prezzo pagato da Lavorato per ottenere una licenza edilizio che aveva consentito, tra il 2010 e il 2012, di realizzare l’ aumento del 60 per cento delle cubature a Villa carruba, una residenza a cinque stelle con vista mozzafiato sul mare di Romazzino. La villa sarebbe una delle tante “dacie” in terra sarda che vengono offerte in locazione alla nomenclatura moscovita vicina al presidente russo Valdimir Putin, una elite di plurimilardari in rubli che ama trascorrere le vacanze sulla Costa. (g.p.c.)