La Nuova Sardegna

Olbia

Scarcerati, ma scatta il divieto di dimora

di Angelo Mavuli
Scarcerati, ma scatta il divieto di dimora

Convalidato l’arresto della famiglia sotto accusa per numerosi furti. Ma non potrà stare né a Tempio né a Santa Teresa

30 novembre 2014
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TEMPIO. Fabio Vacca, 22 anni, il fratello Filippo Alex di 20, la loro madre Giuseppa Dolcemascolo di 53 e Francesca Riva, 21 anni, fidanzata di Fabio, sono stati interdetti a risiedere o frequentare i centri di Tempio e Santa Teresa di Gallura, dal gip del Tribunale di Tempio, Marco Contu, nel corso dell’udienza di convalida tenutasi ieri mattina, dopo che lo stesso magistrato aveva sentito, in carcere, le due donne, rinchiuse a Bancali e i due giovani, detenuti nella Casa di reclusione di Nuchis. Il magistrato ha convalidato gli arresti e ha accolto nella sua totalità la tesi accusatoria formulata dal pm Elisabetta Atzori. Lo stesso magistrato ha disposto quindi la scarcerazione dei quattro, infliggendo loro però, sino alla conclusione delle indagini che saranno lunghe e complesse, la pesantissima sanzione del divieto di dimora a Tempio e Santa Teresa. Paese d’origine di Francesca Riva, dove, in alcuni locali di cui la ragazza aveva la disponibilità, sono state rinvenute dai carabinieri, cosi come a Tempio in Via Lazio, decine di quintali di merce, proveniente, secondo i militari, da furti in Gallura e in Anglona. Nessun commento sulle risultanze dell’udienza di convalida è arrivato da Monica Liguori, avvocato di fiducia dei quattro. Il legale dopo avere espresso soddisfazione per la scarcerazione ha dichiarato che per il rispetto delle indagini in corso è preferibile tacere.

Riserbo ovviamente da parte dei militari che si limitano a prendere atto della convalida del loro operato da parte del giudice e che con estrema meticolosità proseguono le indagini su una delle vicende socialmente più assurde verificatesi in questi ultimi dieci anni in città. Come è possibile che i quattro abbiamo fatto tutto da soli? Considerato lo stato di indigenza nel quale vivevano, quale era lo scopo di accumulare tanta merce rubata e tenerla per così lungo tempo? Soprattutto, Via Lazio e i locali di Santa Teresa sono soltanto un fenomeno di delinquenza comune o sono la punta dell’iceberg di qualcosa di più grosso che si nasconde in città? Domande alle quali anche i carabinieri di Tempio, comandati dal capitano Giovanni Bartolacci, probabilmente stanno cercando di dare risposte certe. Intanto, in viale don Sturzo prosegue la fila di quanti avevano denunciato a suo tempo, il furto subito nella speranza di ritrovare qualcosa dei loro beni. Come la Proloco, ad esempio che, dopo gli Scout, è rientrata in possesso di una grande quantità di materiale rubatole tempo fa da un magazzeno della Pischinaccia.

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