La Nuova Sardegna

Olbia

Il Rally mette il turbo ai tesori dell’isola

di Antonello Palmas
Il Rally mette il turbo ai tesori dell’isola

Berchidda, il “Costa Smeralda” riunisce al Museo del vino le eccellenze sarde e lancia una sinergia per la promozione

30 novembre 2014
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INVIATO A BERCHIDDA. Chi ieri ha lasciato le affascinanti sale del Museo del vino di Berchidda dopo aver visto filare davanti a sé un'antologia delle eccellenze della Sardegna e della Gallura in particolare, lo ha fatto con la sensazione di un bicchiere mezzo vuoto (la rabbia di chi vede l'incapacità dell'isola di valorizzarsi) o mezzo pieno (dalla constatazione che questa terra ha un'anima indomabile e ha voglia di sfruttare le sue bellezze per uscire dal guado). Se il futuro ha bisogno di un motore, ci prova il Rally Costa Smeralda a coaugulare le migliori forze del territorio: ieri Great Event Sardinia, che organizza la corsa, ha allestito una giornata dedicata alle eccellenze del territorio, alle storie di imprenditori tenaci, determinati nel voler raccontare una terra e i prodotti unici che è capace di offrire.

Il Rally è una di queste eccellenze e vuole che anche i motori dell'isola nel quale sfrecciano i suoi bolidi girino su ritmi più alti. L'incontro, organizzato in uno dei luoghi simboli dell'enogastronomia gallurese, il MuviSardegna, una giornata da vivere al fianco di imprenditori positivi, desiderosi di vincere la gara contro la crisi, che durante l'incontro hanno parlato di come ciascuno di essi ha coraggiosamente deciso di non cedere, di far leva su tutto ciò che di buono offre la Sardegna (molto più di quanto si pensi, è il messaggio comune) intraprendendo dei progetti basati sull'unicità.

Giovanna Rau non è un imprenditrice, ma un'insegnante tempiese laureata in scienze biologiche, dopo aver lasciato la scuola ha finalmente potuto dedicarsi al ciò più la entusiasmava: le piante officinali. Ne ha illustrate diverse, nel silenzio di un pubblico ammaliato dalle foto proiettate e dalla scoperta degli infiniti usi che i nostri avi conoscevano bene e che rischiano di andare persi. Ogni anno organizza un percorso botanico con il Rotary di Tempio invitando tutti i club isolani, iniziativa che suscita grande entusiasmo e che potrebbe diventare un vero business. E poi c’è Natùa, l’azienda di cosmetici naturali che nasce dal mix tra l’olio extravergine di oliva prodotto nel Sassarese e le essenze naturali che vi vengono aggiunte a Tempio, come spiega Marco Premoselli: il risultato sono cosmetici non testati su animali e biodegradabili.

Se si parla di unicità, ecco lo scultore Gian Pio Porcu, noto Gianginepro, perché si è specializzato nel creare figure dalle radici di piante morte. O Massimo Masia, consulente marketing per la grande distribuzione alimentare, che sta lanciando il brand “Cuore dell’isola” partito dalla constatazione che sono troppi 3 miliardi di tonnellate di derrate provenienti da oltre Tirreno e consumate in Sardegna: prodotti sardi non solo nel nome o nella località della fabbrica, ma perché frutto di una filiera interamente isolana. E poi l’entusiasmo degli operatori turistici di Arzachena (col Cota di Adriana Pintus) e di Golfo Aranci (Gianluigi Sias), o degli albergatori di Olbia (Fabio Fiori). E quello, contagioso, di Luigi Gana, che con la cooperativa Agios ha trasformato Aggius in una città museale frequentatissima. «Abbiamo raggiunto un fatturato di 120 mila euro in 10 anni, usando solo la nostra terra – dice, grazie all’adesione ai vari consorzi che stanno facendo salire il nome del paese negli indici telematici». Per questo si permette di cambiare l’antico detto spagnolo “Poco, locos y malunidos” che descriveva i sardi, in un beneagurante “Pocos sì, ma buenos y unidos”.

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