La Nuova Sardegna

Olbia

Scheggia nell’occhio, deve andare a Sassari

Scheggia nell’occhio, deve andare a Sassari

Vittima dell’incidente l’assessore Luciano. Il fine settimana il servizio di oculistica non funziona

25 novembre 2014
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TEMPIO. Per i cittadini dell’alta Gallura, dell’Anglona, della bassa valle del Coghinas e per quanti avessero necessità di visite o interventi oculistici, al Paolo Dettori è vietato avere tali necessità nelle giornate prefestive o festive. A fare le spese di questa incredibile situazione è stato un cittadino tempiese che, colpito in un occhio sabato pomeriggio da una scheggia di ferro, si è dovuto recare domenica mattina, in preda a fortissimo dolore, al pronto soccorso del Paolo Dettori. A raccontare l’avventura, è lo stesso protagonista della vicenda.

«“Sabato pomeriggio - spiega Nicola Luciano, (“casualmente” anche assessore comunale, impegnato da tempo con il Popolo dei Lucchetti a difesa e per il potenziamento del Paolo Dettori), mentre facevo un lavoretto nella mia abitazione, una scheggia in ferro mi ha colpito all’occhio destro. Inizialmente non pensavo che la scheggia fosse penetrata all’interno. Me ne sono reso conto durante la notte, quando il dolore ha cominciato a essere insopportabile. Domenica mattina, poco dopo le nove e trenta, racconta ancora Nicola Luciano con un vistoso cerotto sull’occhio, mi sono recato al pronto soccorso. Assieme ad altri pazienti di Tempio e della zona, fra cui anche due provenienti, il primo da Santa Teresa, il secondo da Telti, ho atteso il mio turno. La brutta sorpresa l’ho avuta nel momento in cui, una volta entrato nel pronto soccorso, peraltro accolto con tutti i riguardi e le attenzioni, ho appreso che oltre una semplice disinfettata, altro non poteva essermi fatto. Il servizio di oculistica infatti, al Paolo Dettori, come quello del cardiologo, solo per citarne un altro, i festivi e i prefestivi non funzionano, non hanno reperibilità, non esistono. “Deve andare a alla clinica oculistica di Sassari” mi è stato detto gentilmente e secondo me - dice Luciano -, anche con un senso di vergogna impotente». Ovviamente Nicola Luciano, in pochi minuti è tornato a casa sua, un parente lo ha accompagnato a Sassari: qui gli è stata estratta la scheggia e in tarda serata è rientrato in città. «Se al mio posto - osserva Nicola Luciano - si fosse trovato invece un altro paziente proveniente da un qualunque altro centro lontano da Tempio avrebbe dovuto sorbirsi un doppio viaggio. Ritengo lo stato delle cose inaccettabile».(a.m.)

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