La Nuova Sardegna

Olbia

Rogo nel cantiere della nautica Fundoni

di Guido Piga
Rogo nel cantiere della nautica Fundoni

Un incendio ha distrutto un’officina e gli stampi in vetroresina per le barche. Non è escluso il dolo, indagano i carabinieri

19 novembre 2014
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OLBIA. Un patrimonio in fumo. Un’azienda assai nota di Porto Rotondo piegata. Sei ore di lavoro dei vigili del fuoco per domare le fiamme.

Una brutta notte per la Nautica Fundoni, storico cantiere di Rudalza, vicino a Porto Rotondo, i cui impianti per la produzione sono fermi dal 2011 ma i cui materiali, come gli stampi dei modelli per le barche, in vetroresina, avevano un grande valore commerciale. Tutto bruciato.

Ancora le cause del rogo, scoppiato alle 2 del mattino, non sono chiare, ma l'ipotesi dell'attentato non è esclusa. Anche perché nella struttura, un'officina, non c'era la luce elettrica: la attiva il custode a seconda delle esigenze e ieri, secondo quanto riferito ai carabinieri della stazione di Porto Rotondo, era tutto spento.

L'impianto, un tempo famoso per la produzione dei gozzi, in particolare di un modello denominato “gozzo planante”, è di proprietà di Antonio Fundoni, che aveva iniziato l’attività nel lontano 1969 e che ancora la conduce in prima persona. L'attività di produzione vera e propria era sospesa da tempo e, nei magazzine e nelle officine, c'erano alcuni modelli di barche che, ogni tanto, venivano venduti, sempre seconde le notizie date agli inquirenti.

Il rogo è scoppiato in piena notte, visibile anche da lontano. L'allarme è stato dato subito dal custode, che vive a pochi passi dalla struttura. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco di Olbia. Il loro lavoro è apparso subito difficile soprattutto per via della presenza massiccia di vetroresina, materiale altamente infiammabile.

In quei momenti è scattato l'allarme a livello provinciale e il comando dei vigili del fuoco ha deciso di inviare a Rudalza, nella zona che porta il nome di via Fundoni, i riforzi. Macchine dei vigili sono arrivate da Arzachena, Tempio, Ozieri, Sassari e anche dall'aeroporto di Olbia dove opera la kilolitrica, una macchina adatta proprio per gli incendi di materiale plastico.

L'operazione di spegnimento delle fiamme è andata avanti per parecchie ore, e si è conclusa alle 8 del mattino; subito dopo è cominciata la bonifica, per verificare che non ci fossero altri focolai e per mettere in sicurezza la struttura.

Resta ben poco, per la verità, di quella che era un'officina e di un altro capannone vicino; in tutto mille metri quadri dentro cui, appunto, c'erano stampi, tappezzerie, pezzi di ricambio, utensili. I danni sono ingenti e, solo dopo le perizie, sarà possibile quantificarli con esattezza.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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