«Io attendo ancora giustizia»
di Angelo Mavuli
L’amaro sfogo di Veronica Gelsomino, sopravvissuta alla voragine di Monte Pino
17 novembre 2014
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TEMPIO. «Attendo ancora giustizia». Veronica Gelsomino, la miracolata di Priatu scampata alla morte, dopo essere precipitata con l’Alfa 147 nella voragine di Monte Pino, porta visibili i segni della terrificante avventura. Finora ha subito 5 operazioni al braccio sinistro. «Non riesco a usarlo bene nonostante la capacità dei medici del reparto ortopedia del Dettori – racconta la ragazza– . Mi dicono che una delle ossa non “regge” a causa dei danni subiti. Forse, dice rassegnata, sarà necessario un sesto intervento». Veronica Gelsomino, un mese dopo l’incidente, con una cerimonia semplicissima si era sposata con Tommaso Abeltino, guardia giurata di Priatu, suo fidanzato da sempre, che proprio nei momenti concitati del salvataggio aveva promesso in cuor suo di sposarla subito se si fosse salvata. Le nozze, amplificate dai media, furono un messaggio di speranza che commosse l’intera Gallura.
Ma oggi Veronica ha ancora impresso quel terrificante pomeriggio. «Sono caduta nella voragine», dice lucidissima, «alle 17,50: l’orologio assieme al segno di croce che mi sono fatta sono le ultime cose nitide che ricordo. Il resto è come un sogno pauroso accompagnato dal fragore di un fiume in piena. Penso di essermi rotta per primo il setto nasale e di avere perso conoscenza per qualche attimo. Poi, sballottata da una parte all’altra dell’auto che andava in pezzi, è cominciata, nel buio più totale, la folle corsa che si è fermata a ridosso di qualcosa».
Due ragazzi coraggiosi di Aggius, Sebastiano e Massimo, e un altro di Olbia, Mario, sentono le sue urla. La raggiungono, la tirano fuori dal fango e la consegnano ai vigili del fuoco che su una scala trasformata in barella la portano al sicuro.
Veronica qualche mese fa ha voluto vedere la macchina ancora giù nel burrone. «Sembrerà incredibile», dice, «ma è stata depredata di tutto. Che tristezza. E oggi sono profondamente delusa: nessuno di quelli che contano mi ha mai cercata. Per fortuna però ho la famiglia e gli amici. Da chi di dovere però attendo una “celere” e “chiara” giustizia».
