La Nuova Sardegna

Olbia

Tasi, mazzata per il mondo rurale

Tasi, mazzata per il mondo rurale

Giampiero Cannas (Rifondazione) lancia l’allarme e accusa gli amministratori

04 novembre 2014
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TEMPIO. È una delle tasse più odiate degli ultimi anni, e lo è, comprensibilmente, perché ingloba diversi balzelli. È la Tasi, incubo dei contribuenti, ma anche croce per quegli amministratori che, a differenza di altri loro colleghi, non sono riusciti a ridurne gli effetti o addirittura ad eliminarla del tutto. Sul modo in cui, ad esempio, gli amministratori di Tempio si siano occupati della cosa ha molto da dire Gianpiero Cannas, segretario provinciale di Rifondazione Comunista.

«Come i contribuenti sanno, entro dicembre la Tasi deve venir pagata ad un’aliquota del 2 per mille. Tutti i possessori di case o di aree fabbricabili sono tenuti a contribuire al mantenimento di strade, verde pubblico, illuminazione, sicurezza, vigilanza, servizio cimiteriale e necroscopico. Sono esclusi i terreni agricoli e i fabbricati rurali strumentali all’attività agro-silvo-pastorale, a fronte anche della loro esenzione dall’Imu: così, almeno, è scritto nel regolamento per la disciplina dell’imposta unica comunale. Invece, per negligenza o per incapacità degli amministratori di comprendere le difficoltà nelle quali versa il comparto della zootecnia, in contrasto col regolamento, i pochi allevatori rimasti sono tenuti a pagare la Tasi all’1 per mille anche sui fabbricati rurali, se iscritti come imprenditori agricoli; mentre i proprietari di terreni dove esistono costruzioni oramai storiche, anche se abbandonate per l’inesistente reddito derivato, dovranno accollarsi l’onere dell’imposta al 2 per mille». Per Cannas, è grave il fatto che ciò sia accaduto proprio a Tempio, dove la giunta ha riservato ai settori dell’agricoltura e della pastorizia un assessorato ad hoc. Il quadro dell’agropastorale è drammatico e nessuno sembrerebbe accorgersene: «lL persistente siccità autunnale sta consumando le poche provviste di fieno; gli allevatori si stanno indebitando ancora di più per acquistare mangime per sfamare gli animali stremati; in molti stazzi, per abbeverare gli animali, sono costretti a portare l’acqua con i bidoni, poiché si sono seccate le sorgenti e prosciugati i pozzi». La Tasi potrebbe assestare il colpo mortale a ciò che resta del vecchio mondo degli stazzi? Cannas ne è convinto, perché «importa poco che l’imposta possieda indirizzi specifici, trascritti nella delibera del Consiglio comunale, che non vanno a beneficio della campagna». Altro paradosso è il fatto che in campagna non esiste illuminazione pubblica, servizio cimiteriale, sicurezza, vigilanza, manutenzione del verde e delle strade interpoderali, «servizi che - fa presente Cannas - vengono eseguiti dai frontisti costituitisi in consorzi. Molto meglio avrebbero fatto allora altri Comuni che hanno scelto di non far pagare la Tasi, “cosa che evidentemente – dichiara Cannas – questa amministrazione non si poteva permettere; poteva però seguire l’esempio degli amministratori di Aggius che hanno voluto riconoscere le difficoltà del territorio, azzerando l’aliquota per i fabbricati rurali, pur non comprendendo in giunta un assessorato specifico alla tutela delle attività agricolo-pastorali». (g.pu.)

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