La Nuova Sardegna

Olbia

In arrivo i sei milioni della Croce rossa

di Enrico Gaviano
In arrivo i sei milioni della Croce rossa

Il sindaco ieri in aula consiliare: «Aspettiamo che ci vengano comunicati i criteri di distribuzione per dare il nostro parere»

01 ottobre 2014
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OLBIA. Un lungo consiglio comunale, occupato da ben cinque interpellanze del Centro democratico, passato armi e bagagli all’opposizione. Ma la notizia più importante è arrivata in apertura. Quando il sindaco Gianni Giovannelli, rispondendo a Stefano Giua dei Popolari per l’Italia che sollecitava la giunta a distribuire quanto prima il milione di euro di fondi stanziati dal comune per gli alluvionati, ha fatto sapere che sono ormai pronti i soldi raccolti dalla Croce rossa a favore degli alluvionati. «Un tesoretto di sei milioni di euro – ha ricordato il sindaco – che si aggiungono al milione che abbiamo stanziato e agli 800mila euro del residuo delle donazioni. Aspettiamo ora che ci vengano comunicati dalla stessa Croce rossa, dalla Regione e dalla Protezione civile, i criteri che vorranno seguire per la distribuzione dei fondi. Noi, ad esempio – ha ricordato ancora, vogliamo che ci siano dei risarcimenti per tutti, non solo per chi ha perduto tutto o ha avuto gravi danni nell’abitazione o nelle attività commerciali, ma anche chi ha perso l’auto. Sarebbe giusto, insomma, avere un occhio di riguardo per tutti gli alluvionati».

Variante al Pai. L’alluvione ha avuto spazio su una interpellanza presentata dal Centro democratico di Mirko Varchetta e Gianni Urtis, a proposito dello studio della Variante all’adeguamento al Pai. «Sappiamo – ha sottolineato Varchetta nella presentazione – che lo studio prevede interventi ingenti. Studio affidato all’ingegner Mancini e al geologo Tilocca, che già si erano occupati di questi lavori per dieci anni, eppure nonostante tutto, l’alluvione è stata devastante. Ora si parla di centinaia di milioni di euro da impegnare. Si propongono le vasche di laminazione, l’allargamento canali, l’abbattimento di ponti. Quanto costa tuto questo, giusto che si sappia».

Carlo Careddu, assessore all’urbanistica si è incaricato di rispondere. Recentemente con gli assessori ai lavori pubblici Davide Bacciu e quello all’ambiente Giovanna Spano, Careddu ha avuto un vertice a Cagliari all’autorità di bacino, in cui la variante ha avuto via libera. «Il cammino è stato lungo – ha ricordato – ed è partito dal dicembre dello scorso anno. Ricordo che la variante all’adeguamento al Pai è necessaria dopo eventi alluvionali. Il dirigente comunale Azzena ha individuato Mancini e Tilocca come estensori del progetto. Due persone che hanno un curriculum lungo e adeguato. Ricordo che ora la variante passerà per il consiglio comunale, dove potrà essere discussa e infine approvata. Ma alla fine la approvazione definitiva la farà l’autorità di bacino. Il tratto distintivo del progetto sono le vasche di laminazione e, inoltre, si prevede di andare avanti per lotti, man mano, cioè che si troveranno i fondi».

Cipnes. Due interpellanze hanno riguardato il Cipnes, per dare il destro a Urtis di accusare il comune di assenza nelle decisione del Consorzio, in cui Nizzi ha recentemente lasciato la presidenza. «Vorrei sapere se il comune sapeva dell’assegnazione dei lavori del primo lotto della Pte fatta dal Cipnes – ha detto Urtis – e, in secondo luogo, cosa ha fatto il sindaco sulla questione del progetto grandi yacht nell’area ex Palmera, con il Cipnes che ha deciso l’esproprio dell’area. In questo come negli altri casi, il sindaco, che è nel cda, avrebbe dovuto partecipare, e far mettere a verbale il suo diniego».

Giovannelli ha risposto con durezza. «Eletto nella maggioranza – ha detto –, Urtis adesso è nella minoranza e fa il guastatore. Ma io non accetto lezioni. Il Cipnes con Nizzi ha progettato una cattedrale nel deserto visto che la Pte dispone di soli 15 milioni sugli 87 necessari, mentre nella questione Palmera, ha espropriato un terreno alla famiglia Palau che aveva presentato identico progetto. Una decisione che noi non abbiamo condiviso, e infatti ora l’esproprio è all’esame del Tar».

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