La Nuova Sardegna

Olbia

Gli imprenditori ora dicono basta

Gli imprenditori ora dicono basta

Gavino Murrighile accusa: «Classe politica incapace, uno schiaffo a chi lavora»

18 settembre 2014
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OLBIA. La guerra del Cipnes è la certificazione dello scollamento tra la politica e il mondo che produce. A questa conclusione stanno giungendo gli imprenditori dell’area industriale che assistono impotenti alla corsa alla conquista di uno dei più importanti centri di comando e di potere della città.

«Per chi, fra enormi difficoltà, fa impresa è sconfortante prendere atto che la politica si interessa di economia solo per conquistare o resistere a una comoda poltrona – dice Gavino Murrighile, imprenditore patron del Delta center – questo atteggiamento è inopportuno in questo momento storico, allorquando le aziende e le famiglie lottano per la sopravvivenza. È incomprensibile anche la posizione che i partiti hanno in ordine al Cipnes, in quanto lo vorrebbero annullare a secondo del ruolo che ricoprono nel momento contingente. La realtà è che le forze politiche si occupano dell'area industriale solo in periodo elettorale o quando si intravede un’opportunità di occupare un ruolo. È assurdo che gli imprenditori che investono svariati milioni di euro non abbiano alcun ruolo nelle scelte decisionali dell'area in cui operano. Ed è incredibile che tali scelte competano ad enti che nulla hanno a che fare con il mondo dell'economia reale. È addirittura inconcepibile che il sindaco di Olbia, di qualsiasi forza politica sia, abbia la medesima influenza sull'ente del sindaco di Monti o Buddusò».

«Penso sia inopportuno ed eticamente discutibile – aggiunge Murrighile – pensare di resistere in carica quando non esiste più la maggioranza che ti ha designato o addirittura è stato soppresso l'ente che ti ha indicato. Trovo insopportabile questa difesa acritica della poltrona al pari della caparbietà con la quale si cerca di disarcionare qualcuno dalla stessa, senza neppure indicare una strada alternativa. La verità è che il Cipnes sopravvive nonostante la politica. Sopravvive perché nel tempo si è creata una tecnostruttura di eccellenza che maschera la pochezza della classe politica, incapace di capire che l'area industriale è viva grazie alle capacità degli imprenditori che mal sopportano di essere terra di conquista. Perché mai imprenditori come Vito Gulli, Gavino Docche, Dettori, Mossa, Nieddu e Gottardi, non possono essere partecipi del loro destino, ma devono dipendere dalle decisioni dei sindaci di Monti e Buddusò, se non dalla "agenzia funebre" di turno della Provincia di Olbia Tempio».(m.b.)

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