La Nuova Sardegna

Olbia

Il Banco di Sardegna lascia Cannigione, la frazione protesta

Il Banco di Sardegna lascia Cannigione, la frazione protesta

Il sindaco di Arzachena ha scritto una lettera alla direzione La frazione turistica perde l’unico sportello. Gravi i disagi

16 settembre 2014
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ARZACHENA. Il Banco di Sardegna fa le valigie da Cannigione. L’unico sportello di tutto il borgo, non sarà più operativo. I clienti che avranno bisogno di svolgere delle operazioni bancarie dovranno andare ad Arzachena. Il sindaco Alberto Ragnedda ha scritto una lettera alla direzione della banca per chiedere di rivedere la decisione. «Questa chiusura è motivo di grave preoccupazione per i residenti, soprattutto per quella fascia di popolazione che prevalentemente vive di turismo e che vede con apprensione il venir meno di un servizio essenziale, in grado di consentire le transazioni e la disponibilità di liquidità – scrive il primo cittadino –. È inimmaginabile che poi, nel picco stagionale che vede a Cannigione migliaia di presenze, la frazione venga privata dell’unico sportello bancario. Sono consapevole che la logica delle chiusure di sportelli infruttuosi per un organismo privato a scopo di lucro come un istituto di credito, vada necessariamente al di là della logica della gestione di un pubblico servizio. Faccio comunque appello alla sensibilità dei vertici per individuare una soluzione immediata a questo grave problema che diventa anche di emergenza sociale. Chiedo che almeno sia garantita un’apertura bisettimanale come in passato che il servizio non venga interrotto per tutto il mese di ottobre».

Anche la delegata della frazione esprime preoccupazione per la scelta del Banco di Sardegna. «Ci siamo attivati da subito con i vertici della banca per scongiurare questa decisione – commenta Consuelo Orecchioni – che rappresenta un duro colpo per l’economia locale. Lo sportello è un elemento imprescindibile tra i servizi in una località come quella di Cannigione, dove, oltre al migliaio di residenti, insistono strutture turistiche di eccellenza, con una disponibilità di migliaia di posti letto e altre attività che dal mercato del turismo traggono giovamento. Gli sforzi e l’impegno dei nostri operatori turistici per allungare la stagione estiva verrebbero duramente messi alla prova, con notevoli ripercussioni in termini economici. Vedere un’azienda bancaria come il Banco di Sardegna, che si è sempre connotata come banca del territorio avviare questo processo di abbandono, provoca grande amarezza».

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