La Nuova Sardegna

Olbia

Stagione corta, il Comune è indifeso

di Serena Lullia
Stagione corta, il Comune è indifeso

Solo la Regione può imporre l’apertura dei negozi per 6 mesi. Il caso delle tante attività già chiuse a Porto Rotondo

14 settembre 2014
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OLBIA. Il Comune alza bandiera bianca. Nella battaglia per allungare la stagione l’amministrazione mostra di avere le armi spuntate. L’unico ente che può invertire la tendenza del commercio mordi e fuggi è la Regione. Per capire quanto ci sia ancora da fare per trasformare Porto Rotondo in un borgo da stagione lunga, basta fare una passeggiata tra le stradine del villaggio. La piccola Venezia di Gallura è già in una fase di semiletargo. Tanti negozi hanno fatto i bagagli a fine agosto, calato il sipario di carta velina sulle vetrine. Ma altri commercianti resistono. E con coraggio lottano contro l’abbandono del borgo. Determinati, ostinati, innamorati di Porto Rotondo. Anche se pochi rispetto a quelli che già hanno spento le vetrine, alcuni mantengono aperta la loro attività fino alla fine del mese. Qualcuno anche per tutto l’anno. E ora chiedono che nella battaglia per invertire la rotta del borgo 50enne si arruolino tutti, Comune, Regione, Consorzio. «Le uniche attività a cui si può imporre una determinata apertura sono le strutture ricettive – commenta desolato l’assessore comunale al Turismo, Commercio e Attività produttive, Marco Vargiu –. Tutte le altre attività possono avere aperture stagionali e non si può imporre un numero di mesi di lavoro. Serve un intervento della Regione per cambiare la normativa. La nuova norma sarebbero valida per tutte le località turistiche sarde». Vargiu propone un’alternativa alle partite Iva, la formula consortile usata dai centri commerciali artificiali. Ma anche in questo caso, senza l’adesione volontaria, ogni imposizione sancita dal regolamento sarebbe vana. «Nei centri commerciali artificiali i negozianti che aderiscono al consorzio accettano di aprire e chiudere in base agli orari fissati nel regolamento – aggiunge Vargiu –. Chi non li rispetta paga delle sanzioni. Ma serve la volontà di tutti. Il Comune anche in questo caso può solo avere un ruolo di stimolo, di collaborazione». L’assessore non nasconde il dispiacere nel vedere Porto Rotondo già vestito di autunno. «Questa estate ha dimostrato di poter essere ancora un villaggio dinamico – sottolinea Vargiu –. Si è mostrato accattivante, con proposte interessanti. È però arrivato il momento che Porto Rotondo capisca cosa vuole fare da grande. 20 anni fa era un luogo del divertimento, in cui andavano in vacanza personaggi famosi. La nuova generazione di vip non sceglie Porto Rotondo e i giovani vanno altrove. Mi dispiace che già oggi molti negozi siano chiusi e tanti esercenti non abbiano avuto coraggio. Credo che quest’estate sia stata tracciata una strada che ora bisogna seguire per rilanciare il borgo».

Le proposte. I coraggiosi commercianti di Porto Rotondo ribaltano il luogo comune delle partite iva pronte solo a lamentarsi. Anche nella difficoltà tengono aperte le attività e fanno proposte. Loro sono pronti a fare la loro parte. Anche in futuro. Ma chiedono che anche i proprietari degli immobili la facciano. Ad esempio introducendo nel contratto di affitto una clausola che impone l’apertura del negozio per un certo numero di mesi. E poi servirebbero dei grandi eventi a settembre. Un sicuro richiamo per i consorziati e per altri turisti.

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