La Nuova Sardegna

Olbia

Riapre la camera iperbarica, ma a metà

di Serena Lullia

La Maddalena, dopo un anno dalla chiusura la Regione ha autorizzato la Asl a svolgere il servizio solo per 8 ore diurne

21 agosto 2014
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LA MADDALENA. Vietato stare male dopo le 20. La camera iperbarica riapre dopo un anno di stand by forzato, ma solo per otto ore diurne e per l’attività programmata di ossigenoterapia. Le emergenze extra orario saranno dirottate a Cagliari. Così ha deciso la Regione rilasciando un’autorizzazione provvisoria alla Asl, valida per 60 giorni.

Soddisfazione a metà. In una nota ufficiale la Asl annuncia la riapertura del servizio. Toni di diplomazia ed equilibrismo dialettico che non cancellano però il disappunto per una apertura a metà. Anche perché il personale necessario per il servizio 24 ore su 24 c’è ed è operativo. Non a caso la azienda sanitaria ricorda i numeri registrati dalla camera iperbarica nel 2012. 19 trattamenti in urgenza (di cui 5 intossicazioni da monossido di carbonio); 225 trattamenti in regime di ricovero e 1095 a pazienti esterni; 426 medicazioni.

Incognita urgenze. La Asl ha già inviato una richiesta di chiarimenti all’ assessorato regionale alla Sanità. Chiede se per le urgenze sia possibile derogare al limite delle otto ore imposto dall'autorizzazione provvisoria.

Ok d’altri tempi. L’autorizzazione per far partire il servizio iperbarico porta la data dell’8 agosto. La Regione, poco digitale e affezionata ai vecchi metodi, non invia l’autorizzazione via pec, ma si affida alla cara vecchia raccomandata. Il via libera arriva negli uffici della Asl il 18 agosto.

La chiusura della camera. Nel dicembre del 2012 la Asl avvia la procedura per la pubblicazione del bando europeo. Attraverso la gara intende affidare l’appalto per la fornitura di una camera iperbarica per urgenze da 10 posti letto più altri 2 posti. Costo dell’operazione 680mila euro. La camera in funzione deve essere sostituita perché ormai obsoleta. Una procedura complessa, che avviene sotto la supervisione della Ue. Vince il raggruppamento temporaneo di imprese «Sistemi iperbarici–General Ray». Il 18 luglio 2013 la camera vecchia viene smantellata. In contemporanea vengono avviati i lavori per mettere a norma i locali dell’ospedale Paolo Merlo in cui dovrà essere ospitato il nuovo macchinario. La struttura viene collaudata dalla ditta vincitrice dell’appalto, poi dall’Inail. Una doppia verifica per garantire la sicurezza dei pazienti. A gennaio la Asl chiede alla Regione di essere autorizzata ad attivare il servizio. Seguono diverse richieste di integrazione della documentazione e un sopralluogo del Nucleo tecnico regionale, il 23 giugno.

Parafulmini obbligatorio. L’autorizzazione della Regione sarà valida solo per 60 giorni e, se la Asl non realizzerà un impianto parafulmini per l’intero ospedale è a rischio decadenza. Su questo argomento esiste giù una relazione sul tavolo della Regione in cui un tecnico abilitato, incaricato dalla Asl, spiega che al «Paolo Merlo» esiste già un sistema di protezione elettrica contro i fulmini che garantisce la sicurezza. Ma le richieste della Regione non si fermano qui. Con puntiglioso rigore chiede informazioni sulle procedure per garantire l’assistenza in assenza di un reparto di rianimazione. Eppure la camera iperbarica esiste da 22 anni e l’assistenza viene da sempre garantita attraverso il servizio di Terapia intensiva.

Un glorioso passato. La camera iperbarica, fiore all’occhiello della sanità gallurese, è operativa al Merlo dall'aprile 1992. Sino al 10 luglio 2013 ha sempre operato per 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, coprendo sia attività d'urgenza, imprevista, che ambulatoriale, programmabile.

Contatti. Gli utenti che hanno bisogno di mettersi in contatto col servizio possono contattare lo 0789 552242. (se.lu.)

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