La Nuova Sardegna

Olbia

Navone avvisa Budoni: non sarà facile

di Antonello Palmas
Navone avvisa Budoni: non sarà facile

«Sono felice della richiesta del Comune di entrare a far parte del consorzio di gestione, ma la decisione non spetta a me»

21 agosto 2014
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OLBIA. Aggiungi un posto a Tavolara. Anzi, all’Area marina protetta di Tavolara-Punta Coda Cavallo. È quanto chiede con grande entusiasmo Budoni, che non vuole continuare a lasciare il suo splendido mare fuori del parco nel quale invece già rientrano le acque di paesi come San Teodoro e Loiri Porto San Paolo, con i quali ha appena avviato l’avventura dell’Unione dei Comuni. nei giorni scorsi il sindaco Giuseppe Porcheddu aveva inviato una richiesta formale al direttore dell’Amp, Augusto Navone, che lo mette in guardia: sarebbe bello, ma non sarà un’operazione semplice.

«Ringrazio il sindaco, di cui ho grande stima, per le belle parole utilizzate nei nostri confronti – dice Navone – e se Budoni vuole aderire all'Area marina, questo significa che riconosce una gestione virtuosa da parte dell'ente che rappresento. Ma l'Amp è una riserva dello Stato istituita dal ministero dell'ambiente con decreto e viene affidata in gestione a soggetti che si candidano sul territorio. Le scelte di allargamento e perimetrazione non attengono all'area tecnica ma alla componente politica: prima di tutto occorre discuterne in sede locale, quindi con i Comuni consorziati che gestiscono l'Amp e i sindaci del consiglio di amministrazione. Poi l'idea va negoziata col ministero, di cui sono solo un rappresentante tecnico e non determino assolutamente le scelte politiche». E qui potrebbe sorgere un problema non di poco conto: l'allargamento implica responsabilità importanti per lo Stato centrale, soprattutto per quanto riguarda la gestione delle risorse. «Visti i chiari di luna di questi anni –spiega Navone – e viste le risorse sempre più esigue messe a disposizione delle aree marine protette, oggi pensare a allargare i confini dell'Amp senza garantire ad esempio la necessaria sorveglianza sarebbe impensabile. L'Amp nasce per la conservazione della biodiversità e per la tutela ambientale (solo incidentalmente si occupa di sviluppo sostenibile) e per fare ciò la sorveglianza è fondamentale. Noi facciamo tante attività a supporto della sorveglianza, ma non avendo potere sanzionatorio dobbiamo demandare questo compito alla guardia costiera o al Corpo forestale. Organismi che a loro volta hanno avuto contrazioni fortissime ai rispettivi budget».

Il problema è quindi prevalentemente politico, dice Navone. Che consiglia a Porcheddu la strada migliore da seguire: «Cominciare un'interlocuzione con i sindaci e con la Dpn (dipartimento protezione natura) del ministero dell'ambiente, che per le valutazioni scientifiche opera con l'Ispra». Insomma, si smorzano un po' le speranze di Budoni? «Affatto, l’ingresso sarebbe una bella cosa, Budoni ha delle particolarità naturalistiche interessanti, anche se non eccezionali come Tavolara o Molarotto, che vantano valori pazzeschi. Ha anche una base nautica a Porto Ottiolu utile per decentrare le unità di vigilanza. Avere un'area marina più grande significherebbe anche aumentare in prestigio (attualmente è la terza per grandezza in Italia, dopo Egadi e Sinis), ma bisogna essere realistici e tenere presente che il management deve essere messo in condizioni di gestire un organismo più importante».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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