La Nuova Sardegna

Olbia

Ricostruzione, la pazienza è terminata

di Antonello Palmas
Ricostruzione, la pazienza è terminata

L’amministrazione scrive a Renzi e Pigliaru e si indigna per il trattamento riservato alla città nella spartizione dei fondi

19 agosto 2014
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OLBIA. Nove mesi non sono bastati per partorire la speranza di vedere suturate almeno in parte le ferite che il ciclone Cleopatra ha inferto a Olbia il 18 novembre: per la mitigazione del rischio idrogeologico la Regione ha assegnato solo 3 milioni (su 40) alla città che pure assomma il maggior numero di danni dovuti all’alluvione, dallo Stato ne sono arrivati due. A fronte di ben 122 milioni che servono per le opere di recupero e messa in sicurezza, come calcolato dai tecnici del Comune. Così la conferenza stampa tenuta ieri in sala consiliare ha evidenziato l’intenzione dell’amministrazione comunale di voler cambiare registro lasciando da parte la linea morbida. A sintetizzare il concetto è il presidente Vanni Sanna: «Il tempo della pazienza è terminato – dice –, faremo azioni anche eclatanti. Siamo noi il front office, quelli direttamente esposti alla rabbia dei cittadini che subiscono una situazione frustrante nel non poter dare risposte».

L’incontro di ieri, che voleva riunire tutte le componenti politiche e civili interessate al problema della ricostruzione (tante le assenze) serviva a illustrare il contenuto di una lettera inviata dal sindaco Giovannelli a Renzi, Pigliaru, al prefetto Mulas e a deputati e consiglieri regionali del territorio: fa il punto della situazione su quanto è stato promesso e concordato e quanto è stato effettivamente assegnato a Olbia per riparare i danni. Spiega l’assessore all’urbanistica Carlo Careddu: «Vogliamo dire ai cittadini che non sono soli. Ci siamo interfacciati con le istituzioni, Renzi e Pigliaru hanno citato più volte il caso Olbia, ma ora devono dare seguito alle intenzioni». E Vanni Sanna ricorda di quando «Letta seduto proprio in questa sedia disse che ci avrebbe permesso di sforare il patto di stabilità, cosa che a oggi non è stata fatta».

Gianni Giovannelli ha illustrato il documento, parlando di indignazione per l’esiguità dei fondi destinati dalla Regione per la messa in sicurezza di Olbia e la mitigazione del rischio idrogeologico. Ricorda che si è «lavorato da subito per produrre una serie di dati e certificare i danni sia al patrimonio pubblico che privato», sforzo da cui sono poi scaturiti tanti progetti. Ma a due mesi dalla stagione in cui riprenderanno le piogge e quindi la paura che la tragedia si possa ripetere, nulla si è mosso. E il primo cittadino accusa: «Nel novembre 2011 rappresentati agli enti competenti i rischi che correva Olbia dal punto di vista idrogeologico, ma l’accorato appello non fu accolto». Carlo Careddu: «C'è un Comune che ha un tesoretto di 60 milioni, ce li facciano spendere. Abbiamo tutti i dati, le idee chiarissime sul da farsi: ci mettano a disposizione le risorse». Sono 13 i milioni già spesi da Olbia per assistere i cittadini e recuperare la viabilità: ne rivedrà 6, quelli che il commissario per l’emergenza ha messo in conto di restituire (per ora sono solo 323 mila gli euro erogati).

Giuseppe Meloni, consigliere regionale, afferma di aver ricordato al ministro Lupi il problema, ricevendo un consiglio di fare fronte comune. Ma il constatare che i soldi per i danni dell’alluvione del 2008 nella sua Loiri non sono ancora arrivati non lo lascia tranquillo. Nel documento di Giovannelli si calcola che siano circa 3.883 i cittadini in attesa di risposte. Per ottenere i fondi per i danni (14 milioni a disposizione per tutta l’isola dei 40 messi in campo dalla Regione) Olbia si deve mettere in competizione con altri Comuni in una guerra tra poveri, senza godere di quelle priorità che dovrebbero essere logicamente adottate nei confronti del territorio più martoriato.

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