La Nuova Sardegna

Olbia

La strada in cui il tempo si è fermato

di Antonello Palmas
La strada in cui il tempo si è fermato

Protesta di FI sulla provinciale per Tempio chiusa dopo il crollo in cui morirono tre persone. Gallura spaccata in due

10 agosto 2014
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OLBIA. La scena dell'orrore è cristallizzata proprio come il giorno successivo alla tragedia: c'è l'impressionante ferita nel nastro d'asfalto, il canyon scavato dalla valanga d'acqua proveniente dai fianchi di Monte Pino, ci sono i massi e la sabbia strappati da chissà dove e addirittura anche le due auto precipitate nel canalone apertosi sulla strada Olbia-Tempio in quel terribile 18 novembre di 9 mesi fa: con le ruote all'aria, semisepolta, ecco la Land Rover Freelander dentro la quale trovarono la morte tre tempiesi; e pochi metri più avanti l'Alfa Romeo 147 dalle cui lamiere fu miracolosamente salvata una giovane. Un paesaggio da brivido. Nessuno ha mai ritenuto opportuno portare via quelle carcasse che sono ancora lì a ricordare il giorno del ciclone Cleopatra, in cui la natura si ribellò alla scriteriata smania urbanistica e fece vittime innocenti, scelte a casaccio tra chi in quel momento transitava sulla provinciale 38, da allora chiusa al traffico per un lungo tratto e posta sotto sequestro dalla Procura.

E per attirare l'attenzione sulla situazione di questa importante arteria che sembra colpita da un tragico incantesimo e il cui mancato ripristino spacca in due la Gallura, ieri mattina il gruppo consiliare di Forza Italia ha organizzato una conferenza stampa proprio davanti ai cartelli che indicano lo sbarramento della strada (davanti al quale arrivano in continuazione turisti che cercano di raggiungere l'Alta Gallura: possibile che non vi sia una segnaletica adeguata che eviti spiacevoli inconvenienti?). Presenti i rappresentanti di Tempio, Calangianus e Golfo Aranci, mentre Luras e Sant'Antonio hanno appoggiato l'iniziativa. E gli organizzatori hanno prodotto un documento nel quale chiedono al premier Renzi (gli verrà consegnato nella imminente visita in Gallura), al governatore Pigliaru e al commissario della Provincia Carta una conferenza di servizi, un tavolo tecnico o una riunione di Giunta regionale per trattare l’argomento della riapertura della Sp 38, il cui traffico si è spostato sulla strada per Telti, ora oberata e più pericolosa di prima. L’idea è farlo approvare nel prossimo Consiglio comunale, cosa che potrebbero fare anche altre assemblee civiche galluresi.

Il capogruppo Marco Piro fa notare come ormai arrivino solo notizie di carattere giudiziario, ma non si parli più dei gravi disagi che la chiusura della strada sta procurando: «Un lungo, assordante silenzio che dura da 270 giorni– dice, accompagnato da Vito Langiu, Tiziano Pinna, Giovanni Casalloni e dal vicepresidente del consiglio olbiese, Michele Fiori –, mentre altrove i lavori di ripristino vanno avanti: ne è esempio la riapertura del 24 luglio del ponte sul fiume Oloè sul Cedrino dove perse la vita un poliziotto». Piro ricorda come i proprietari di case e aziende agricole siano costretti a percorrere ogni giorno oltre 50 chilometri, per non parlare dei lavoratori che raggiungono Olbia e la costa ogni giorno, i cittadini diretti ai porti o alla stazione, o viceversa quelli che si spostano verso l’Alta Gallura. E fa notare come, oltre al terrapieno della morte, ve ne siano altri quattro in direzione Olbia nel giro di poche centinaia di metri risparmiati dal ciclone ma affatto sicuri. Crepe si aprono in varie zone del tracciato chiuso al traffico. L’impressione è che un semplice ripristino della zona crollata non sia nè consigliabile né possibile, ma che occorra uno studio approfondito e un investimento forte per evitare nuove tragedie.

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