La Nuova Sardegna

Olbia

Fine delle Province: l’assessore Erriu parte dalla Gallura

di Serena Lullia
Fine delle Province: l’assessore Erriu parte dalla Gallura

I sindaci rivendicano l’autonomia e le risorse per il territorio Durissime critiche all’ipotesi di accorpamento delle Asl

22 luglio 2014
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OLBIA. Rivendica una autonomia conquistata sul campo, supportata dai numeri, dalla forza economica. La Gallura comincia con diffidenza il percorso verso la costruzione degli enti che prenderanno il posto delle Province. Quasi tutti i 26 sindaci accolgono l’invito dell’assessore regionale alle Autonomie locali, Cristiano Erriu.

Consultazione dal basso. Una prima consultazione verso la nascita dei futuri distretti. «Non a caso ho pensato di cominciare questo giro di consultazione dalla Gallura – spiega Erriu –. Sono consapevole del ruolo di questo territorio e che la spinta della prima riforma che portò alla nascita delle otto province è partita da qui. Ed è da qui che occorre ripartire. Di fronte a noi abbiamo due scadenze importanti, che orientano i tempi della nostra riforma. Entro il 31 dicembre siamo obbligati ad assegnare le funzioni di committenza per l’erogazione di servizi e beni a una centrale unica. E poi c’è il 7 aprile 2015, data entro la quale potranno sopravvivere le vecchie province. A partire dal giorno successivo scatteranno automaticamente i principi elettivi delle nuove Province, che in Sardegna sono 4, secondo la legge Delrio». Erriu chiarisce che il piano di riordino dovrà essere integrato con le altre riforme allo studio della Regione. Servizi sanitari, trasporto locale, gestione dei rifiuti. «Tutti ambiti fino a oggi disarticolati, a geometria variabile – sottolinea l’assessore –, che vanno ricondotti a un unico disegno riformatore».

Invito alla prudenza. Invita alla prudenza il consigliere regionale di Fi e sindaco di Golfo Aranci, Giuseppe Fasolino. «Non basterà certo un incontro per chiarire un percorso così complesso – dice –. Tra i tanti problemi di cui non si è nemmeno accennato c’è quello dei dipendenti della Provincia. Che fine faranno? L’assessore parla di maggiori competenze ai Comuni. Mi domando come sia possibile una ipotesi di questo tipo dal momento che i comuni non hanno le risorse e la possibilità di attuare nemmeno le attuali competenze. Stiamo molto attenti a non fare scelte avventate. Potrebbe essere utile aspettare il 7 aprile del 2015». Stessa linea prudente per il sindaco di Tempio, Romeo Frediani. «Se le cose non dovessero avere la massima chiarezza – afferma –, sarebbe meglio attendere. Apprezzo molto la concertazione dal basso, il coinvolgimento del territorio. Ammesso che riusciamo a superare i campanili, ciò che ci aspettiamo dalla riforma è una armonizzazione del territorio e un riequilibrio economico».

No alle pause di riflessione. Per il consigliere regionale e sindaco di Loiri, Giuseppe Meloni, non c’è tempo da perdere. «Dobbiamo fare in modo che non si perda tutto in questo territorio – dichiara –. Nessuno pensi di accorpare le Asl o di sottrarci servizi. Se dovesse essere necessario per mantenerli si potrebbe addirittura pensare all’allargamento dei confini».

Autonomia e Asl. Uno dei padri della defunta provincia Gallura, Antonio Satta, mette l’accento sull’autonomia. «Vogliamo mantenere il ruolo di un territorio con una popolazione vasta, due porti, una grande crescita. Rivendichiamo il ruolo di una periferia che abbia risorse per andare avanti». Solleva l’ipotesi accorpamento delle Asl il sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli. «La Gallura non può che opporsi con forza una ipotesi di questo tipo, che porterebbe a un peggioramento della capacità del sistema sanitario di interagire con i territori per l'organizzazione dei servizi. E perché scomparirebbe la stessa entità geografica, con autonomia gestionale e amministrativa della Gallura. La scomparsa della nostra provincia ha già ridotto la nostra autonomia. La scomparsa della Asl creerebbe una lunga confusione gestionale e organizzativa».

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