La Nuova Sardegna

Olbia

Lingua blu, la rabbia di Luogosanto

Lingua blu, la rabbia di Luogosanto

L’assessore Pirredda: «Avevamo denunciato tutto, adesso chi pagherà i danni?»

20 luglio 2014
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LUOGOSANTO. Dopo anni di sospetti, la procura di Roma ha chiuso le indagini sugli presunti illeciti commessi nella gestione dell'epidemia della blue tongue: 41 indagati tra cui i vertici della sanità animale in Italia. Dal mondo pastorale e delle istituzione arrivano i primi commenti. Tra i primi a parlare, con una nota, è l'assessore all'Allevamento e agricoltura del comune di Luogosanto. «E ora agli allevatori chi glielo spiega - dice Piermario Pirredda - che è stato tutto un imbroglio durato 14 lunghi anni, dove in Gallura in particolare, abbiamo subito di tutto? In 14 anni di blue tongue abbiamo visto ridursi il nostro patrimonio zootecnico della metà. Abbiamo subito turbativa di mercato al ribasso, animali vaccinati che non hanno più partorito, riduzione delle produzioni di latte e così via discorrendo. Insomma: un disastro che ha colpito il nostro patrimonio zootecnico distruggendo in particolare il bovino da carne in Gallura a discapito di qualità e valore di mercato». E ancora: «In qualità di assessore all'allevamento di Luogosanto avevo portato in consiglio un documento, approvato all'unanimità, che denunciava per l'ennesima volta la gestione sbagliata di questa malattia».

Il documento fu inviato al ministero della Salute, all'Unione Europea e all'assessorato regionale alla Sanità; dopo quattro anni, non ha mai ricevuto una risposta. «In tutto questo tempo - aggiunge l'assessore - la comunità scientifica di sanità animale dov'era? I veterinari sono diventanti il braccia armato di un disegno criminale, così come le Asl gli assessorati alla sanità delle regioni. E, adesso, chi pagherà questo disastro?» (s.d.)

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