La Nuova Sardegna

Olbia

Massaggi a luci rosse, chiuso un centro

di Antonello Palmas
Massaggi a luci rosse, chiuso un centro

Sequestro preventivo per un locale gestito da una cinese. Prestazioni sessuali per chi pagava una tariffa maggiorata

17 luglio 2014
3 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Intorno alle 10 hanno aperto la saracinesca, come tutte le mattine, ma invece dei clienti sono arrivati gli uomini in divisa: è di ieri il blitz della polizia di Stato che ha messo i sigilli al centro di benessere orientale “Rosa Massaggi” eseguendo l'ordinanza di sequestro preventivo disposta dal Gip del tribunale di Tempio Pausania, Marco Contu. Gli uomini del commissariato, guidati dal vicequestore Fernando Spinicci, hanno infatti accertato che in quelle salette appartate, con pareti e tramezzi dipinti con un rilassante colore rosa, non ci si limitava ai massaggi “normali”, come quelli praticati da un’olbiese che infatti non fa parte dell’inchiesta, ma si fornivano a chi le richiedeva anche prestazioni sessuali a pagamento. A occuparsi di questo settore erano un paio di giovani massaggiatrici cinesi, che cambiavano ogni qualche settimana.

Nei guai è finita la titolare di Rosa massaggi, una cittadina cinese 35enne, per la quale il Gip ha disposto la misura cautelare del divieto di dimora del Comune di Olbia: per lei si ipotizza il reato di sfruttamento della prostituzione. Casi come questo si sono verificati in abbondanza in altri centri, come Sassari e Cagliari, ma per Olbia si tratta di una assoluta novità.

L’indagine ha preso il via sia a causa delle segnalazioni del vicinato, che aveva notato strani traffici, un po’ a tutte le ore (il centro era aperto tutti i giorni dalle 10 alle 23) sia perché gli uomini del commissariato si sono insospettiti nel leggere alcuni annunci particolarmente ammiccanti, sia su giornali che su alcuni siti internet, nei quali si lasciava intendere la possibilità di richiedere prestazioni “particolari”. Per la polizia olbiese si trattava di lavorare su un campo nuovo e gli agenti si sono messi d’impegno per capire se accadesse qualcosa di illegale dietro quelle vetrine apparentemente innocenti (anche se un mese dopo l’apertura, avvenuta a ottobre, c’era già stata un’operazione congiunta con la polizia locale per via di anomalie amministrative). D’altronde le tariffe erano ben chiare: all’incirca 10 euro ogni 10 minuti, si andava dai 40 agli 80 euro a seduta; i manifesti presentavano solo donne che massaggiavano altre donne. E i nomi delle prestazioni erano alla luce del sole: thailandese-giapponese, con l’olio, a 4 mani. Uno per la verità incuriosiva parecchio: il “fai un passo indietro”. Ma i poliziotti non si sono lasciati incantare, hanno piazzato mini-telecamere e registratori nascosti, che hanno inequivocabilmente confermato i sospetti: una clientela varia e un po’ troppo maschile frequentava il “Rosa massaggi”, gente di tutti i tipi e spesso si trattava di giovani.

Dopo mesi di intercettazioni ieri mattina è scattato il provvedimento del tribunale nei confronti della titolare, subentrata qualche mese fa a una connazionale. Il primo tentativo di avviare anche a Olbia questo nuovo tipo di attività, evidentemente piuttosto remunerativa, è andato a monte.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

La classifica

Parlamentari “assenteisti”, nella top 15 ci sono i sardi Meloni, Licheri e Cappellacci

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative