La Nuova Sardegna

Olbia

Il comitato pro alluvionati: «La priorità? Città sicura»

di Stefania Puorro
Il comitato pro alluvionati: «La priorità? Città sicura»

C’è un progetto da proporre al Comune: se si realizzasse un canale colmatore si potrebbero raccogliere le acque in eccedenza deviandole nel Padrongianus

12 luglio 2014
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OLBIA. Non c’è pausa, per il comitato che difende i diritti degli alluvionati di Olbia. Dopo il recente incontro a Cagliari con rappresentanti della giunta e del consiglio regionale, a cui una delegazione olbiese ha partecipato insieme ad altri gruppi delle zone devastate dal ciclone Cleopatra, la mobilitazione è costante. «Perché non bisogna abbassare la guardia e perché si deve tenere alta l’attenzione su un’emergenza ancora gravissima. A questo punto la parola d’ordine è una sola: sicurezza idrogeologica. Sì, la città deve essere messa al sicuro. E le soluzioni ci sono».

Il direttivo del comitato, ieri, ha tenuto una conferenza per far sapere come si sta muovendo, per far conoscere i nuovi obiettivi che si intendono raggiungere. Il presidente Moreno Contini, il vice Raffaele De Fazio e Fortunato Romeo hanno annunciato di operare «come sentinelle del territorio per raccogliere istanze, segnalazioni e consigli dei cittadini. Ma tutto ciò è stato fatto in modo formale - ha precisato Contini - e non con un semplice passaparola. Il nostro non è un comitato improvvisato ma una realtà che, sin dal principio, si è strutturata anche dal punto di vista giuridico».

Proprio in questi giorni è stata protocollata una richiesta per la messa in sicurezza del quartiere Baratta che «in alcune zone è ancora sprovvisto persino della raccolta delle acque bianche», ma è una sicurezza a 360 gradi che il comitato sollecita. «Non si può contare su interventi alla spicciolata. Pulire i canali ogni tanto, non risolve il problema alla radice. La gente vive nell’incubo e, ogni volta che piove, è assalita dal terrore. Secondo noi la città e il suo territorio vanno protetti totalmente e serve un rimedio definitivo. Grazie alla collaborazione di diversi tecnici, tra ingegneri, architetti e geometri, siamo in grado di proporre oggi alcuni suggerimenti all’amministrazione comunale. C’è un progetto, che condividiamo in pieno, che prevede di intercettare a monte, attraverso un canale colmatore, tutti i canali che entrano in città deviando le acque in eccedenza nel rio Padrongianus e prevedendo anche di deviare la foce dello stesso Padrongianus oltre il golfo, senza però alterare l’equilibrio naturale». «Io ricordo bene - rammenta De Fazio - che quando venne realizzata la zona industriale, si creò anche un canale di guardia. Ebbene, perché mai i cittadini non dovrebbero poter chiedere e ottenere la stessa cosa? Un intervento del genere costerebbe dagli 80 ai 90 milioni di euro (sarebbero previsti diversi step), ma, e lo ribadiamo, questa sarebbe una soluzione definitiva».

Intanto, il comitato, annuncia che dalla fine del mese manderà in campo una serie di squadre per controllare la situazione dei canali «e non stiamo trascurando né escludendo l’eventuale percorso giudiziario».

Il comitato pro alluvionati (ne fanno parte 200 cittadini), inserito in un coordinamento regionale, ha anche sintetizzato i temi affrontati nell’incontro di Cagliari ricordando «l’impegno della Regione a collaborare con le associazioni che hanno raccolto fondi e l’impegno a rivedere i vincoli imposti nella zona Hi4, a rischio elevato, che non hanno giustificazione logica e razionale visto che bloccano ogni attività edile. Poi la Regione aveva anche promesso di sollecitare il Governo sui contributi per la popolazione alluvionata. Cosa che ha fatto l’altro ieri».

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