La Nuova Sardegna

Olbia

Agente di polizia arrestato dai colleghi

Agente di polizia arrestato dai colleghi

In concorso con altre due persone è accusato di circonvenzione di incapace ai danni di una donna spinta a cedere denaro

13 giugno 2014
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OLBIA. Un agente della Polaria è stato arrestato ieri mattina dai colleghi del personale del commissariato di pubblica sicurezza di Olbia, a conclusione di un'articolata attività investigativa e in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal Gip della Procura di Tempio Contu su richiesta del pm Beccu. Si tratta del 33enne Antonio Satta, assistente della polizia di Stato in servizio presso l’ufficio di polizia di frontiera aerea di Olbia: per lui è stata disposta la misura restrittiva degli arresti domiciliari. È indagato in concorso con altre due persone, non destinatarie di provvedimenti cautelari, per circonvenzione di persona incapace. Martedì Satta subirà l’interrogatorio di garanzia, accompagnato dal suo legale del foro di Tempio, l’avvocato Giampaolo Murrighile.

La vicenda scaturisce da una denuncia querela presentata da una donna nei confronti dei tre indagati, i quali approfittando dello stato di particolare vulnerabilità della vittima l'avrebbero indotta a versare, in più fasi, ingenti somme di denaro a loro vantaggio. Si parla di circa 200 mila euro totali. Una è il fidanzato della donna, l'altro è un amico della coppia. Secondo le accuse avrebbero architettato un piano per spillarle il denaro, facendole credere che il fidanzato fosse rimasto vittima di un giro di usura (l’amico aveva il ruolo di consulente finanziario). La figura del poliziotto sarebbe entrata in ballo in un secondo momento quando, facendo leva sulla divisa (il che costituisce un’aggravante), avrebbe in qualche modo fatto sì che la donna si convincesse dell’effettiva situazione di pericolo corsa dal fidanzato.

Per Satta ci sono anche altre due accuse: truffa ai danni dello Stato per aver simulato una situazione di malattia; e falso ideologico, perché avrebbe ricevuto da un privato una querela per lo smarrimento di alcuni assegni, pur sapendo che non erano stati smarriti ma erano stati consegnati a lui.

L’avvocato Murrighile, contattato per telefono, spiega di avere la massima fiducia nel corso della giustizia, di non aver potuto ancora vedere gli atti che hanno provocato la misura cautelare e di essere in grado di chiarire la posizione di Satta. Il legale si dice stupito dalla concomitanza di tre accuse che non hanno alcun collegamento e afferma che nella vicenda principale il ruolo del suo assistito sarebbe residuale. (red.ol.)

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