La Nuova Sardegna

Olbia

MONTI

Ferimento nel pub, via al processo

Nel 2008 un 35enne accoltellò un compaesano al culmine di una lite

08 giugno 2014
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MONTI. Si è celebrata l’udienza preliminare del procedimento con rito abbreviato per un accoltellamento avvenuto a Monti il 20 luglio del 2008, per fortuna senza gravi conseguenze fisiche per la vittima, Augusto Busia, mentre per l’autore del gesto, Antonello Chessa, l’accusa è pesante: tentato omicidio. Quest’ultimo, difeso dal legale Giampaolo Murrighile, sta cercando di dimostrare di aver agito in eccesso colposo di legittima difesa, che comporterebbe una pena certamente più contenuta rispetto a quella per l’accusa attuale. Il fatto accadde in un pub del paese quando, per motivi da definire, tra Chessa (allora 35enne) e Busia (39enne) cominciò un diverbio; ciò che si sa di certo è che Chessa tirò fuori un coltello e colpì il rivale all’addome, quindi fuggì per poi costituirsi dopo un giorno.

L’episodio impressionò il piccolo centro gallurese, anche perché Chessa – afferma il suo avvocato – era incensurato. Murrighile anticipa la linea difensiva che terrà in aula: quella che il suo cliente non è il classico balordo di paese, ma che quel giorno era in compagnia della fidanzata, seduto ai tavolini di un locale, quando fu avvicinato dal compaesano, motivo per cui non voleva assolutamente partecipare alla discussione in quella situazione.

Ma la lite assunse toni pesanti e – afferma il legale – «Chessa si trovò spalle al muro con davanti un avversario molto più grosso di lui. Nessuno giustifica l’uso di un’arma, ma ciò che cercheremo di dimostrare è che i fatti non sono proprio quelli ricostruiti dalla pubblica accusa» ovvero che c’era l’assoluta mancanza di volontà di uccidere, che ha reagito (sbagliando) in quel modo per paura, tanto da rimanere egli stesso ferito, che il possesso del coltello è spiegabile con la professione di Chessa, che fa il macellaio. «Quel fatto pesa come un macigno – dice Murrighile – e vuole assolutamente riscattarsi». (re.ol.)

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