La Nuova Sardegna

Olbia

Baby rapinatori, a casa la capobanda

di Marco Bittau
Baby rapinatori, a casa la capobanda

Olbia, la gang di minorenni era stata sgominata dai carabinieri l’anno scorso. La ragazza (16 anni) è libera ma «in prova»

23 aprile 2014
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OLBIA. È di nuovo in libertà la ragazzina terribile di 16 anni capo indiscusso della baby gang che la scorsa estate aveva trasformato le vie del centro storico in una terra di nessuno. Il tribunale dei minori di Sassari, nell’udienza collegiale precedente la Pasqua, ha revocato la misura di custodia cautelare in comunità. Accusata di rapina, minacce e ingiurie, la ragazza adesso è tornata a casa, ma i giudici del tribunale hanno disposto la messa in prova. In pratica, dovrà rigare dritto e tenere un comportamento irreprensibile per evitare ulteriori guai giudiziari. Un risultato positivo per la difesa della giovane, sostenuta dall’avvocato Cristina Cherchi, ma soprattutto un passo avanti verso la riabilitazione della ragazza.

Sempre davanti al tribunale dei minori pende anche la sorte degli altri membri della baby gang: in tutto dodici tra ragazzini e ragazzine più un maggiorenne sul quale pende un procedimento nel tribunale di Tempio. A tutti o quasi i componenti della banda è stato notificato in questi giorni l’avviso di conclusa indagine. Ridotti ai minimi termini i margini per la difesa, visto che uno dei ragazzini aveva l’abitudine (piuttosto diffusa tra gli adolescenti) di filmare con il telefonino cellulare e poi diffondere in internet i raid compiuti dalla gang. Un gesto dimostrativo per affermare la superiorità del gruppo nel territorio.

La banda era stata sgominata dai carabinieri di Olbia lo scorso settembre. Determinante l’ultima di una lunga serie di denunce effettuate dalle vittime delle aggressioni e dei sopprusi. In particolare, i genitori di una ragazza quindicenne aggredita e malmenata per un telefono cellulare iPhone, feticcio dei ragazzi. Una rapina in piena regola, consumata con una violenza inaudita per giovani di quell’età. Dopo l’aggressione e la denuncia erano scattate le indagini dei carabinieri del nucleo territoriale di Olbia: subito 13 perquisizioni domiciliari e una raffica di denunce per i componenti della banda (tutti minorenni e un diciottenne) accusati di aggressione e rapina nei confronti della ragazza. Della baby gang facevano parte ragazzi olbiesi di diversi ceti sociali. Figli e figlie di imprenditori, artigiani, commercianti, insegnanti, operai e professionisti. Tutti, di età compresa tra i 13 e i 17 anni, sono stati segnalati all’autorità giudiziaria (la procura del del tribunale dei minori di Sassari e la procura del tribunale di Tempio) per i reati di estorsione, ricettazione, detenzione di armi e di droghe di vario genere. Nel corso delle perquisizioni, effettuate seguendo le «tracce» lasciate dai telefonini cellulari, i carabinieri avevano scoperto una pistola ad aria compressa, 6 apparecchi cellulari di dubbia provenienza, 17 grammi di hascisc e alcune dosi di eroina. Secondo la ricostruzione effettuata dai militari, la baby gang, che operava nelle vie del centro storico e nelle vicinanze di bar e pizzerie frequentate da giovani, si appostava in attesa della vittima di turno che veniva circondata, aggredita e rapinata. Praticamente senza via di scampo.

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