La Nuova Sardegna

OLBIA. La Procura di Tempio ha autorizzato i sopralluoghi nella strada crollata a Monte Pinu, che il 18 novembre inghiottì anche tre vite umane. Si tratta del primo passo verso la ricostruzione di quel tratto della strada provinciale 38. Ma dubbi e perplessità restano in piedi. I tempi lunghi e, sopratutto, l’incertezza per quanto riguarda i fondi necessari per i lavori, lasciano una serie di punti interrogativi che si spera le istituzioni possano cancellare quanto prima. Il problema preoccupa non poco il consigliere regionale del Pd Giuseppe Meloni che, nei giorni scorsi, ha scritto una lettera all’assessore regionale ai lavori pubblici Paolo Maninchedda sollecitando un suo intervento sulla questione. «Maninchedda non ha competenza diretta – dice Meloni –, visto che la faccenda riguarda la gestione commissariale post alluvione e l’Anas. Ma la Regione può esercitare un peso notevole. In particolare coordinare l’intervento. In ogni caso Maninchedda ha assicurato il suo interessamento».

Presto dovrebbe essere convocato un tavolo tecnico guidato proprio da Maninchedda, che possa dare impulso alla ricostruzione di una strada fondamentale negli spostamenti fra Olbia e Tempio e i comuni che fanno capo alle due aree. Del resto nella lettera scritta da Meloni a Maninchedda, si ricorda come «a tutt’oggi, a cinque mesi di distanza dal tragico evento dell’alluvione, non si hanno ancora notizie su tempi e modi del rifacimento della strada. L’Anas ha avviato nell’intera isola le procedure di ripristino della rete stradale danneggiata dall’alluvione. Ma questo non è avvenuto per la Olbia-Tempio. Per questo chiedo – scrive ancora Meloni rivolgendosi all’assessore regionale ai lavori pubblici – un intervento di coordinamento della Regione al fine di giungere in tempi brevi alla risoluzione di questa grave situazione di disagio nella circolazione stradale».

Giuseppe Meloni solleva anche delle perplessità per ciò che riguarda il finanziamento destinato al ripristino del tratto stradale. «In un recente incontro in prefettura – ricorda il consigliere del Pd – si è parlato di un milione e 700mila euro. Mi sembra una cifra troppo bassa. Quella zona è molto particolare, ricca di corsi d’acqua. Bisogna fare le cose molto bene, altrimenti diventerebbero probabili nuovi crolli». (en.g.)