La Nuova Sardegna

Olbia

Le guide turistiche sarde: «Studenti utilizzati male»

Le guide turistiche sarde: «Studenti utilizzati male»

La presidente dell’Associazione regionale: «Una legge disciplina la materia, è sbagliato non far ricorso alle professionalità e offrire tutto gratis ai vacanzieri»

16 aprile 2014
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OLBIA. Scoppia la polemica sul progetto varato dalla’Autorità portuale del nord Sardegna con l’istituto Panedda, che prevede che gli studenti vengano utilizzati per l’accoglienza e i servizi di guida turistica. A intervenire sul tema è la presidente dell’Argts (Associazione Regionale Guide Turistiche Sardegna). «Una legge regionale – sottolinea Michela Mura – disciplina la materia delle professioni turistiche. L’articolo quattro della legge stabilisce le funzioni della Guida Turistica, definendola figura professionale. Il ruolo della guida turistica è quello di tramite tra il visitatore e il patrimonio storico, artistico, culturale e naturalistico della Sardegna, e si palesa come fondamentale per la creazione di un circuito virtuoso che favorisca l'espansione del comparto turistico sardo».

Per questo secondo l’Associazione, è necessario un servizio svolto con professionalità e cognizione. «L’unico modo – continua Michela Mura – per fa sì che il turista sia incentivato a fornire feedback positivi alla nostra regione, incoraggiando altri potenziali fruitori o i visitatori stessi a ritornarvi. La serietà e la preparazione scrupolosa tutelano da anni le innumerevoli ricchezze regionali, ma questo sforzo viene ormai ad essere vanificato dalla piaga dell'esercizio abusivo della professione di guida. Le guide abusive, e cioè chiunque e a qualsiasi titolo operi non provvisto di titolo e di iscrizione a registro, oltre a danneggiare economicamente i professionisti in regola del settore, arrecano un grave danno all'immagine e all’economia della nostra terra: le loro “spiegazioni” restituiscono spesso un’immagine distorta e falsa della nostra cultura, superficiale, quando addirittura non infarcita di luoghi comuni».

Secondo l’Associazione delle guide il mercato crocieristico va maneggiato con molta cura. « Va sottolineato – dice la Mura – e che le problematiche del traffico crocieristico nell’isola sono molteplici e riguardano non solo gli armatori ma anche il consistente indotto che creano. Gli armatori guadagnano non solo dalla vendita del pacchetto vacanza ma anche da tutti i servizi accessori che a questo attengono, come ad esempio le escursioni. Nessuno scalo che offra gratuitamente servizi di visite e accoglienza come quelli offerti nei giorni scorsi ad Olbia risulta appetibile per un armatore. I crocieristi, ancora prima della partenza si informano su ciò che troveranno nelle varie tappe e avendo a disposizione guide e hostess che li accompagnino gratuitamente, non acquistano, a ragione, escursioni. Può sembrare una semplice e legittima scelta del fruitore finale, ma i toni entusiastici sul “tutto gratuito” bloccano di fatto un canale importante di vendite che ha ricaduta sul territorio, creando un indotto che altrimenti non esisterebbe (lavoro per i vettori di bus granturismo, guide, negozi, ristoranti, bar non solo nel porto di scalo ma anche sul territorio raggiungibile attraverso le escursioni stesse)».

L’Associazione guide turistiche prosegue sottolineando come questo intervento «non vuole essere una denuncia verso gli studenti e riteniamo che il progetto sia valido. Ma l’alternanza scuolalavoro dovrebbe prevedere l’affiancamento di professionisti, come vuole ogni tirocinio e ogni progetto serio contro la dispersione scolastica. La gestione teorica e pratica del lavoro può essere trasmessa solo da chi ha competenze nel settore. Ci sembra inoltre doveroso segnalare – conclude la lettera firmata da Michela Mura – che il messaggio trasmesso ai ragazzi non è dei migliori: non tener conto delle leggi in vigore e illuderli che sia così facile intraprendere una professione come la nostra non è corretto. E’ giusto che venga fatta chiarezza sul ruolo e le difficoltà in cui si trovano ad operare le guide turistiche e alla necessità che le leggi vengano rispettate e siano queste ad indirizzare le azioni e i progetti che vengono messi a punto in ambito turistico».(red.ol.)

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