La Nuova Sardegna

Olbia

In campagna si costruirà solo su 3 ettari

In campagna si costruirà solo su 3 ettari

Arzachena, la maggioranza vara le nuove regole. Ammessi edifici su un solo piano e solo dopo il miglioramento fondiario

15 aprile 2014
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ARZACHENA. Stop alle campagne travestite da città, alle villette mascherate da aziende agricole. Il Comune detta le nuove regole. Da oggi il lotto minimo per costruire in campagna passa da uno a tre ettari. Sarà ancora possibile impilare mattoni residenziali, ma per ottenere la licenza edilizia prima dovrà essere realizzato il 100 per cento del miglioramento fondiario. L'intento dell'amministrazione è impedire che le campagne vengano ancora snaturate e assomiglino sempre di più a fette di città. Nell'agro ci sono più di 3mila 500 case.

Il lotto minimo. La scelta del lotto minimo a tre ettari allinea Arzachena al dirimpettaio comune di Palau, che adottò questa decisione nel 2003. Sarà possibile realizzare una casa annessa all'azienda agricola, ma solo dopo che il completamento fondiario sarà stato ultimato. Stessa procedura per la realizzazione delle strutture di appoggio, che non potranno superare i 30 metri quadri.

Le superfici improduttive. Se su tre ettari più del 30 per cento della superficie è improduttiva, ad esempio è fatta di rocce, il miglioramento fondiario non potrà essere concesso e quindi non potrà essere autorizzata alcuna attività edilizia.

Nuove linee per le case. Le modifiche al regolamento edilizio che portano la firma del dirigente all’Urbanistica, Libero Meloni, rivedono anche tutte le tipologie degli edifici e la disposizione dei fabbricati. Dovranno essere preferibilmente su un piano, senza piani interrati e se il terreno non è in collina andranno sistemati nella parte bassa del lotto.

Novità non retroattive, i diritti acquisiti sono salvi. La rivoluzione delle campagne comincia ora. Tutti i progetti che sono stati presentati fino a questo momento all'ufficio tecnico saranno esaminati sulla base delle vecchie regole.

Scelta coraggiosa e impopolare. Il sindaco Alberto Ragnedda non teme l'impopolarità del provvedimento sulle campagne. «Non siamo una amministrazione che fa delle scelte pensando alla prossima elezione – commenta il primo cittadino –. Noi siamo una amministrazione di rottura, prendiamo delle decisioni pensando solo al futuro della comunità e al bene delle nuove generazioni. Ci facciamo carico di una scelta difficile che oggi potrebbe avere scarso consenso, ma che domani sarà riconosciuta per la sua capacità di visione. Queste nuove regole per le campagne sono delle norme di salvaguardia che anticipano il Puc. Nella fase di pianificazione, successiva, introdurremo delle differenziazioni tra zone agricole. Ci sono alcune aree del territorio che sono più vocate all'agricoltura, altre che lo sono molto meno». Sulla stessa linea l'assessore all'Edilizia privata, Gianni Baffigo. «Non possiamo più consentire di consumare il territorio come accaduto fino a oggi – dice –. Molte campagne sono diventate zone urbane, in cui si deve intervenire per portare gli stessi servizi delle aree urbane, l'acqua potabile, i pulmini per le scuole. Servizi che sono un costo enorme per la comunità. La nostra è una scelta coraggiosa, presa pensando alle future generazioni». (se.lu.)

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