La Nuova Sardegna

Olbia

Rio San Giovanni e veleni arriva l’assessore Spano

di Antonello Palmas
Rio San Giovanni e veleni arriva l’assessore Spano

La responsabile regionale all’Ambiente incontrerà Pirari, Giovannelli e Ragnedda «Voglio sentire cosa dice la Provincia, poi valuteremo insieme il da farsi»

25 marzo 2014
3 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Tutti d'accordo: occorre fare il più in fretta possibile. Oggi sarà l’assessore regionale all’ambiente, Donatella Spano, decisa a coordinare un piano di intervento, a incontrare il commissario della Provincia gallurese Francesco Pirari e i sindaci di Olbia e Arzachena, fa sapere il consigliere regionale gallurese Giuseppe Meloni, che si sta attivando per accelerare la soluzione del problema. Fare in fretta: esattamente il contrario dell’atteggiamento tenuto nei precedenti quattro mesi, dopo che l’alluvione del 18 novembre ha devastato l’area di San Pantaleo dove sorgevano gli impianti della Camp srl, spargendo nel rio San Giovanni e nel resto del territorio migliaia di litri di gasolio e oli contenuti in cisterne e fusti. Hanno inquinato 5 chilometri del corso d’acqua e rischiano di rovinare in maniera irrimediabile l’ecosistema del nord est sardo e dell’arcipelago maddalenino. Tutti d’accordo che non c’è un minuto da perdere, ma l’impressione è che non tuitte le istituzioni interessate si siano mosse con il massimo della celerità che la situazione richiede, dopo il primo intervento tampone della Verde Vita.

«Avrò un incontro domani mattina (oggi, ndc) con il commissario Pirari e i sindacidei Comuni interessati – conferma la Spano – voglio sentire cosa dice la Provincia e poi valuteremo insieme il da farsi e prenderemo le decisioni necessarie». Sulla voce che al momento di pagare i danni per le bonifiche potrebbe essere chiamata in causa la ditta proprietaria degli impianti, l’assessore risponde che «dipende dal tipo di situazione, anche questo aspetto deve essere valutato». Difficile pensare che la Camp possa tirare fuori i circa 2.4 milioni di euro necessari. Da più parti si dice che debba essere la Provincia a sobbarcarsi gli oneri delle bonifiche: «Noi abbiamo i mezzi tecnici e scientifici per agire con la struttura del settore ambiente – dice Pirari –. Il problema è da una parte finanziario: ci vogliono più di 2 milioni di euro e c’è l’incognita di chi debba metterli». Ai primi di aprile dovrà essere varato il bilancio di previsione «ma attenzione, le risorse si sono ridotto di molto rispetto agli anni passati, non c'è quasi nulla, per un intervento come questo occorre ben altro. A mio parere l’operazione deve rientrare nei finanziamenti della protezione civile. Devono essere i politici a esprimersi, io sono solo un commissario».

Pirari assicura che «faremo tutto e in tempi brevi per evitare che una eventuale piena crei ulteriori problemi. Per questo dobbiamo ultimare le bonifiche entro ottobre, del maltempo. Ce la faremo? Si può lavorare anche con due turni». Sul motivo per cui è passato tanto tempo inutilmente, Pirari dice di non spiegarselo: «Gli uffici della Provincia sono stati puntualissimi, noi abbiamo trasmesso le pratiche di nostra competenza e la protezione civile era informata della situazione, ma il problema delle risorse finanziarie non si è sbloccato». Il commissario non nasconde la difficoltà dell’interventoche riguarda circa cinque chilometri del rio San Giovanni e una media di 40 metri di territorio in larghezza, dal quale togliere la terra contaminata, anche in profondità e ripristinare. Un’opera immane, per la quale i soldi devono saltare fuori. Comunque.

In Primo Piano

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative