La Nuova Sardegna

Olbia

Il futuro della giustizia, scintille in aula consiliare

Arzachena, incontro pubblico per parlare dell’ipotesi di trasloco del tribunale Il Comune prenderà una decisione dopo aver sentito il parere della comunità

06 marzo 2014
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ARZACHENA. Più delicato di qualsiasi altro argomentato discusso in Consiglio. Stasera arriva in aula il tema della giustizia. Il sindaco Alberto Ragnedda ha convocato in aula consiliare alle 18 gli avvocati residenti o con studio in città, ma anche il presidente dell’Ordine degli avvocati di Tempio, Paola Gosamo, i presidenti dei due comitati di Olbia e Tempio e tutta la comunità. Al centro della discussione le reazioni alla battaglia avviata da Olbia per istituire il tribunale in città. La proposta del deputato del Pd, Gian Piero Scanu, ha già fatto proseliti: oltre agli avvocati olbiesi, i sindaci di Golfo Aranci, Loiri Porto San Paolo, Monti, Berchidda, Telti, le associazioni di categoria, Confapi e Cna. Anche il sindaco Ragnedda ha fatto capire il suo pensiero. Ma prima di ogni decisione definitiva vuole sentire l’umore dei professionisti locali e il pensiero della comunità. Il primo cittadino non intende schierarsi con o contro qualcuno. «Arzachena non è nè con Olbia nè contro Tempio – spiega –. Non è questione di territorialità, ma di giustizia. Serve logica e buon senso. Come amministratori siamo abituati a prendere delle decisioni che scontentano qualcuno. Nella riunione di oggi spero che si porti avanti un ragionamento di buon senso, tutti insieme. La fredda e crudele logica dei numeri però porta verso una direzione».

Decisa la presa di posizione di Confapi, attraverso il suo presidente Gino Salaris. «In un paese civile la giustizia non può essere considerata un costo. Una giustizia lontana o che funziona male non fa bene nemmeno alle imprese». Sulla stessa linea il segretario di Cna Gallura, Massimo Bonacossa. «Abbiamo avuto il coraggio per primi di dire sì al tribunale a Olbia, esponendoci anche alle critiche. Ma siamo convinti che lì dove ci sono i numeri ci devono essere anche i servizi».

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