La Nuova Sardegna

Olbia

Giudice di pace, è giallo sulla chiusura

di Serena Lullia
Giudice di pace, è giallo sulla chiusura

Opposte interpretazioni del decreto pubblicato sulla Gazzetta. Giovannelli: «Il nostro ufficio è salvo». Piro: «Altro scippo»

01 marzo 2014
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OLBIA. Un unico decreto, due interpretazioni e due scenari opposti per la giustizia in Gallura.

Secondo la minoranza consiliare guidata da Marco Piro, il decreto pubblicato ieri sulla Gazzetta ufficiale, oltre a confermare la soppressione del tribunale di Olbia, smantellerebbe anche il giudice di pace. Campane a morto per la giustizia in città. Opposta l’interpretazione che viene data dal sindaco, Gianni Giovannelli. «Abbiamo verificato con la segreteria direttamente al ministero – spiega il primo cittadino –. Quel decreto non riguarda la soppressione del giudice di pace di Olbia che fa parte di quegli uffici i cui servizi vengono mantenuti dai consorzi dei comuni». Giovannelli ricorda che la soppressione del giudice di pace era già stata prevista con il primo decreto del 2012. Il Comune allora si era attivato per accollarsi le spese di gestione e mantenere vivo il servizio del giudice di pace in città, così come previsto dal decreto. In base a quel provvedimento il sindaco è sicuro che il giudice di pace di Olbia sia fatto salvo dal decreto pubblicato ieri sulla Gazzetta ufficiale. Secondo l'opposizione quello stesso decreto sancisce invece la chiusura. Ne è certo anche il deputato di Forza Italia e consigliere comunale Settimo Nizzi. «Il decreto è chiaro purtroppo – attacca –. Una cosa gravissima. Se dovesse essere confermata a Giovannelli non resta da fare altro che una cosa: andare via immediatamente».

Il gruppo consiliare di Fi nel frattempo prepara la richiesta di convocazione di un Consiglio comunale urgente. «Dopo la questione ancora irrisolta degli uffici del tribunale di Olbia arriva un'altra doccia fredda – dichiara il capogruppo Marco Piro –. Stiamo assistendo, senza partecipare, a una battaglia unilaterale che prevede lo smantellamento della presenza dello Stato sul nostro territorio. Nel consiglio dell'aprile 2013 furono assunti degli impegni da parte dell'amministrazione comunale che però non hanno consentito di salvare gli uffici di Olbia. Chiediamo al Presidente del Consiglio di convocare urgentemente l'assemblea civica. Vogliamo conoscere le motivazioni che hanno portato a questa situazione e chiedere a gran voce che venga presentato ricorso contro questa sciagurata chiusura».

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