La Nuova Sardegna

Olbia

Un solo tribunale per due contendenti

di Antonello Palmas
Un solo tribunale per due contendenti

Continua la battaglia fra i capoluoghi della provincia per l’unica sede possibile: per ora resta saldamente in Alta Gallura

25 gennaio 2014
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OLBIA. «Tempio, con la scusa della presunta centralità della sua collocazione, prescindendo dal dato demografico, ha sempre goduto delle protezioni di alcuni importanti uffici romani e continua ancora a farlo in questi giorni»: è il concetto più forte espresso per bocca di Ciriaco Pileri ieri durante una conferenza stampa del comitato civico per il tribunale a Olbia, che grazie a un possente schieramento della sua componente principale, quella degli avvocati, è parsa come una dimostrazione di forza e compattezza che equivale a una nuova sfida nella battaglia per il controllo della giustizia tra i due capoluoghi. La riunione si è svolta naturalmente nelle sale ora abbastanza spettrali e disadorne di quella che era la sezione staccata del tribunale. Dove le toghe olbiesi vorrebbero spostare tutto.

Una battaglia giocata dietro le quinte a suon di colloqui a livello ministeriale e parlamentare dalle due fazioni, che in quest’ultimo periodo ha fatto registrare un’accelerazione con l’approvazione dell’emendamento alla legge di stabilità proposto dal deputato Pd Gian Piero Scanu che prevede il rientro in città (per un anno, considerati anche i problemi nei collegamenti legati all’alluvione) degli uffici giudiziari chiusi nel 2012 dalla legge Severino per la spending review.

Una soluzione che a Tempio viene vista come fumo negli occhi, l’inizio della fine. Da qui il viaggio dei sindaci dell’Alta Gallura a Roma «per spiegare che è tutto a posto e non c’è alcun problema nei collegamenti – spiega Pileri –. Eppure Verini, capogruppo Pd alla camera, ha parlato di Olbia come caso eclatante da sistemare, unica realtà citata in maniera specifica». Ma così non è, afferma il comitato: «Nonostante l'impegno dei giudici e del personale amministrativo, ai quali va il nostro sincero ringraziamento, è evidente, ad esempio, che tre ufficiali giudiziari non possano coprire il lavoro di cinque e questo dilati i tempi in cancelleria, i rinvii di udienza e la fine dei processi: dov’è l’efficienza di cui si parla?» Tempi che si dilatano insieme ai costi, che poi si scaricano sulla clientela.

«Olbia – dicono i legali olbiesi – oggi dista da Tempio 50 km di curve, da percorrere anche in senso inverso, quindi 100. L’iniziativa di Scanu di avvicinare la giustizia alla Gallura “abitata” è la conferma che non è più tempo di una giustizia sia soggiogata da interessi di potentati familiari, proprio in barba a quella spending review che avrebbe dovuto riorganizzare, in modo razionale, il servizio nel territorio».

Il comitato applaude l’intervento del sindaco Giovannelli presso il ministro Cancellieri con una lettera nella quale chiede lo spostamento a Olbia dell’ufficio centrale del tribunale. Pileri: «Il 90 per cento dei reati riguardano Olbia. Non è quindi una questione di campanile. Chiediamo a tutti i Comuni della Bassa Gallura di unirsi a noi nella battaglia. E dato che siamo sotto elezioni, ai candidati diciamo: dite la vostra, bando all’equilibrio. Il silenzio sarà equiparato nella non-volontà di risolvere il problema». E Davide Bacciu si chiede retoricamente come sia possibile che anche a livello ministeriale si manifesti l’accordo con le istanze olbiesi, ma che poi nulla si muova.

Quindi l’annuncio: a breve l'assemblea dell'Ordine degli avvocati di Tempio sarà convocata per esprimersi, per la prima volta, in ordine al trasferimento del tribunale da Tempio a Olbia.

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