La Nuova Sardegna

Olbia

Alluvione, la Procura sequestra tutti i canali “tombati” di Olbia

Alluvione, la Procura sequestra tutti i canali “tombati” di Olbia

Si cerca il nesso di causalità con i tragici allagamenti del 18 novembre

11 dicembre 2013
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OLBIA. La Procura di Tempio Pausania sta infatti disponendo in queste ore il sequestro di tutti i canali «tombati» di Olbia, un intervento indispensabile per stabilire il nesso di causalità tra la copertura del rio e l'allagamento che il 18 novembre ha avuto risvolti tragici, con la morte di sei persone solo a Olbia.

L'inchiesta segue tre filoni principali: la voragine apertasi sulla strada provinciale a Monte Pinu, che ha inghiottito tre vite, ora sotto sequestro; la morte dei quattro brasiliani nella cantina di Arzachena; infine l'assetto urbanistico della città capoluogo della Gallura.

Gli inquirenti hanno individuato diversi livelli di responsabilità: ci sono le persone che nell'emergenza avrebbero tralasciato di soccorrere chi era in pericolo di vita, i tecnici che non avrebbero provveduto a bonificare canali e corsi d'acqua e gli amministratori comunali di questa e delle passate legislature. Responsabilità soggettive, con la pesante accusa di concorso in omicidio plurimo colposo per le prime due «fasce» di indagati (ancora nessuno è stato iscritto nel registro) e la terza per dolo eventuale.

A Olbia sono numerosi i canali massacrati da strozzature, coperture e percorsi con curve a gomito, il cui tragitto si perde nei meandri della rete urbana. La città è stata costruita sopra un reticolo di canali, più volte «tombati», con edifici realizzati a ridosso e talvolta senza autorizzazioni, ma poi sanati.

Emblematica la storia della scuola materna e elementare dell'istituto di Maria Rocca, costruita sopra un corso d'acqua interrato negli anni '80 dall'amministrazione comunale e che la sera del 18 è stata completamente invasa dall'acqua. Bambini e insegnati si sono salvati per miracolo. Questa struttura, su disposizione del sindaco, verrà demolita, quel che è certo è che non verrà mai più utilizzata come scuola.

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