La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, 12mila litri di gasolio avvelenano il rio San Giovanni

di Serena Lullia
Olbia, 12mila litri di gasolio avvelenano il rio San Giovanni

Distrutto un impianto di bitume. Due cisterne trascinate in acqua, una si è spaccata. L’allarme dato lunedì, ma solo sabato è stato dato l’incarico per le bonifiche

24 novembre 2013
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OLBIA. Migliaia di litri di olio combustibile avvelenano il rio San Giovanni. Una ventina di fusti di acqua e bitume galleggiano tra il fiume e la strada di ingresso alla città. La furia delle acque ha distrutto l’impianto per la produzione di bitume nel rione San Giovanni, territorio al confine tra i comuni di Arzachena e Olbia. Con violenza l’acqua ha travolto una cisterna con 6mila litri di gasolio, un’altra di olio denso combustibile.

Il proprietario dell’impianto che fa capo alla società Camp, Diego Atzeni, ha dato l’allarme la notte dell’alluvione. E ha rilanciato l’sos fino a venerdì, quando è arrivato il primo soccorso. «Sono mortificato per l’inquinamento causato – dichiara dispiaciuto Atzeni –. Il nostro impianto era a norma, ha sempre superato i severissimi controlli che impone la legge. Ma la forza dell’acqua è stata troppo violenta. È riuscita ad abbattere il muro di contenimento della cisterna dell’olio combustibile. L’ha sollevata, ha strappato i tubi e l’ha trascinata lungo il fiume. Il suo contenuto è sparso lungo il rio San Giovanni. Io ho lanciato l’allarme già lunedì, ma nessuno mi ha ascoltato».

La notte dell’alluvione Atzeni si trova a Palau. Un capannone di sua proprietà nella zona artigianale è allagato. Solo verso le 22,45, sotto la pioggia battente, arriva davanti al suo impianto di Olbia. Non c’è luce. Punta i fari dell’auto sull’azienda. La luce illumina la devastazione. «Mi sono accorto subito che due cisterne non c’erano più – spiega Atzeni –. Sono salito in macchina e sono andato a chiedere aiuto al presidio di soccorsi che impediva l’accesso alla circonvallazione di Arzachena. Ero disperato e sconvolto. Ho spiegato che una cisterna carica di olio combustibile era finita nel fiume. Ma nessuno ha capito la gravità della situazione». Il giorno dopo, con le prime luci dell’alba, Atzeni si rende conto in modo completo del disastro. La sua azienda non esiste più. Una cisterna dell’acqua è stata spazzata via per centinaia di metri, frenata poi dagli alberi. Un’altra cisterna, lunga 13 metri e larga 2 metri e mezzo, con 6 mila litri di gasolio combustibile nella pancia, è stata trascinata dal fiume ed è arrivata fino ad Arzachena. Un altro contenitore si è spaccato e ha sparso 6 mila litri di olio denso combustibile lungo le rive del fiume. Dall’impianto sono stati spazzati via 800 chili di olio esausti, 10 mila chili di bitume contenuti in 20 fusti. «Il martedì ho avvisato i carabinieri di Porto Rotondo – aggiunge –. Mercoledì ho chiesto aiuto alla finanza che ha segnalato il problema all’Unità di crisi. Poi ai vigili del fuoco. Mi dicevano che c’erano altre emergenze. Venerdì ho chiesto aiuto al comune di Arzachena anche se la mia azienda fa parte del comune di Olbia. E solo grazie al loro interessamento è arrivata l’Arpas che ieri mattina ha incaricato una ditta specializzata di fare gli interventi di bonifica».

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