La Nuova Sardegna

Olbia

Depuratori in tilt dopo l’alluvione, ambiente a rischio

di Luca Rojch
Depuratori in tilt dopo l’alluvione, ambiente a rischio

Impianti devastati dall’onda di piena in tutta la Sardegna. I reflui non trattati finiscono direttamente nei fiumi e in mare

24 novembre 2013
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OLBIA. Entrano come veleno nel delicato ecosistema dei fiumi dell’isola. Un’ondata di acque nere invade il mare della Sardegna. L’alluvione ha mandato in tilt il sistema idrico, e ha cancellato con una tempesta di pietre e di terra i potabilizzatori e i depuratori. Le acque non depurate intossicano un’isola sconvolta che ancora galleggia sulla piena. Scatta l’allarme inquinamento e il commissario per l’emergenza Giorgio Cicalò emette una ordinanza con cui impone a Comuni, Provincia, Abbanoa e Anas di ripristinare subito le infrastrutture. E in cima alla lista dei doveri c’è l’obbligo di rimettere a posto il sistema delle acque bianche e dei canali.

Abbanoa cerca di fronteggiare l’emergenza, ma servono soldi e interventi rapidi e la società da sola sembra non avere abbastanza forze per affrontare una emergenza che dalla Gallura arriva fino al Cagliaritano. Un bombardamento che ha raso al suolo le infrastrutture. Basta un rapido sguardo alla mappa dei depuratori messi ko per far scattare l'allarme rosso. Ma a spaventare in molti casi è l'impossibilità di indicare un tempo entro cui saranno riavviati gli impianti.

Gallura. In Gallura i depuratori di Padru e Berchiddeddu sono danneggiati e le acque non depurate finiscono direttamente nei fiumi. Ad Arzachena il sistema di depurazione è in tilt e crea difficoltà particolari a Baja Sardinia che scarica i liquami in mare. A Olbia le pompe di sollevamento in alcuni quartieri sono in tilt e il sistema di depurazione è in forte sofferenza. A questo si deve aggiungere il caso di San Giovanni, della fabbrica dell’asfalto devastata dall’alluvione. Nel fiume, e poi in mare sono finiti migliaia di litri di bitume e gasolio, là l’emergenza ambientale è una certezza. Ma anche i potabilizzatori sono in forte affanno. Padru, Loiri e Berchiddeddu sono rimasti a secco da lunedì, da quando l'ondata di piena del fiume che attraversa Enas ha strappato via un tratto della condotta che porta l’acqua nei tre centri. Per sistemarla servirebbero 300mila euro. In molti comuni l'ondata di fango ha reso le acque tanto torbide da non poter essere più trattabili. Per questo a San Teodoro e Budoni l’acqua arriva con il contagocce e in alcune zone non è potabile. Gli impianti sono fermi, manca la materia prima, l’acqua, resa troppo torbida dall’onda di fango.

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Nuorese. È forse qui la situazione più critica. A Siniscola l’impianto di depurazione è stato riavviato e inizia a funzionare. A Torpè l’alluvione ha travolto la struttura e Abbanoa non può neanche dare una data di ripresa del depuratore. A Posada l’esondazione del canale ha allagato l’impianto, che per due giorni è rimasto sott’acqua. Non è ipotizzabile una data di riavvio. Anche il depuratore del Sologo è fermo. Gravissima la situazione dell’impianto che serve Bitti, Lula e Onanì. La tempesta ha distrutto le strutture impianto, in cui c’è stato uno smottamento, e ha portato via anche la strada di accesso. Anche Lodè scarica in modo diretto sul fiume. A Nuoro ha ceduto una condotta fognaria portante e nell’impianto ci sono stati diversi smottamenti.

Medio Campidano. A Pabillonis la struttura che depura i reflui è stata travolta dall’onda di piena e non è in servizio. Difficile ipotizzare una data per la ripresa. A San Gavino, Sanluri e Sardara l’acqua arriva con il contagocce per difficoltà all’impianto di potabilizzazione.

Oristanese. Riavviati in queste ore gli impianti di Tramatza, Solarussa e Masullas, rimane bloccato quello di Palmas Arborea.

Cagliaritano. Sono due le strutture che non funzionano. Nessuna depurazione a Piementel e a Ballao. C’è una emergenza sul potabilizzatore di Pranu Monteri, che tratta le acque che arrivano dalla diga del Flumendosa e dà da bere a una vasta zona del Cagliaritano.

Il fango ha travolto tutto, ha impastato il sistema di filtri che tratta le acque nere. I danni si contano in milioni di euro e Abbanoa corre ai ripari. Ha stretto un accordo con la Federutility, l’associazione che riunisce tutte le aziende che si occupano di servizi pubblici. Alcune di queste adotteranno gli impianti devastati dall'alluvione e contribuiranno al recupero. Ma l’emergenza è per l’invasione delle acque nere negli invasi dell’isola è già esplosa.

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