La Nuova Sardegna

Olbia

Ciclone Cleopatra, le procure aprono le inchieste giudiziarie

di Marco Bittau
Ciclone Cleopatra, le procure aprono le inchieste giudiziarie

Tempio, il pm ha richiesto la documentazione relativa alle zone colpite dal ciclone: l’ipotesi è di disastro colposo

21 novembre 2013
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OLBIA. Prima la misericordia e poi la giustizia, aveva detto il sostituto procuratore del tribunale di Tempio Riccardo Rossi, invece l’esigenza di far chiarezza sulla tragedia alla fine è diventata superiore a ogni altra cosa. Così l’inchiesta della procura di Tempio sugli effetti devastanti del ciclone Cleopatra è partita ancora prima dei funerali di tutte e tredici le vittime. E adesso corre veloce. Lo stesso sostituto procuratore Rossi ha già richiesto alle varie amministrazioni locali l’acquisizione di tutte le carte e i progetti che riguardano strade e fabbricati dove si è consumata la tragedia. L’accusa in questi casi è pesante come un macigno: disastro colposo. In altre parole, c’è da render conto di tredici vite spezzate e di danni per il momento incalcolabili. La sensazione ora è chiara: per tutto questo ci sarà una resa dei conti e sarà in tribunale.

In particolare, il magistrato tempiese ha chiesto e acquisito tutti i progetti riguardanti la strada di Monte Pinu dove una voragine ha inghiottito un paio di auto provocando la morte di tre persone e ferendone altre due. Allo stesso modo la procura ha richiesto al comune di Olbia il progetto di via Vittorio Veneto, soprattutto nel tratto finale in direzione del rione Putzolu, dove pure nell’asfalto si è aperta una minacciosa voragine.

Sempre la procura ha richiesto all’amministrazione comunale di Olbia i contratti che disciplinano l’affidamento dei lavori di pulizia e sistemazione dei canali che attraversano la città.

Infine, ad Arzachena, la procura ha richiesto il contratto di locazione al proprietario della casa dove viveva la famiglia brasiliana che ha perso la vita travolta dal fiume d’acqua che ha invaso l’alloggio ricavato sotto il livello stradale. Per il magistrato, si tratta di verificare l’abitabilità della casa e le condizioni di sicurezza. Sempre a proposito di Arzachena, il sostituto procuratore Riccardo Rossi durante la ricognizione fatta per verificare lo stato dei luoghi ha rivelato - non senza una punta di amarezza – di essersi trovato solo a rappresentare lo Stato di fronte alla tragedia. Quasi che la famiglia brasiliana fosse figlia di un dio minore, fuori dall’orbita della misericordia e della solidarietà gallurese. Tutti a Olbia, ad Arzachena nessuno salvo il magistrato di Tempio e il sindaco Alberto Ragnedda che è stato tra i primi soccorritori nella casa della tragedia.

Tutta la documentazione richiesta alle amministrazioni locali (e in parte anche già acquisita) andrà adesso a comporre un corposo faldone che la procura di Tempio già dalle prossime ore inizierà a spulciare per accertare qualunque responsabilità.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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