La Nuova Sardegna

Olbia

Carta di credito clonata, banca costretta a pagare

di Antonello Palmas

Un hacker carpisce i dati a un cliente e acquista televisore su un sito online L’arbitro finanziario dà torto all’istituto. I reati telematici sono in crescita

16 maggio 2013
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OLBIA. Sempre più diffuso il fenomeno della clonazione delle carte di pagamento anche in città. Ne sa qualcosa un giovane funzionario di un ente pubblico statale di Olbia, il quale ha scoperto che utilizzando i dati della sua carta di credito, qualcuno aveva effettuato l'acquisto di un televisore smart del valore di 525.70 euro in un sito online della zona di Milano, tra quelli certificati come "sicuri". Grazie alla scelta dell’avvocato cui si era rivolto dopo la denuncia all’Arma, di tentare la via stragiudiziale è riuscito a recuperare la somma: invece che intraprendere una lunga e incerta azione giudiziaria, l'avvocato Christian Cicoria ha preferito attivare la figura dell'arbitro bancario finanziario, un sistema di risoluzione delle liti finanziarie a cura della Banca d’Italia, grazie al quale ha vinto il ricorso contro l’istituto che non gli riconosceva il danno.

Tutto è cominciato Il 2 settembre del 2012, quando un sms ha avvisato il funzionario che era stata autorizzata una transazione di 525.70 euro sulla sua carta di credito. Transazione che lui era sicuro di non aver mai effettuato, ma da un veloce controllo sul proprio conto online, è arrivata la conferma dell’operazione in corso. Immediata la decisione di bloccare la carta, quindi l'invio della documentazione richiesta al servizio antifrodi del noto circuito della carta di credito. Ma dato che dopo qualche giorno la somma mancante non era stata ricollocata nel conto, sul quale anzi veniva registrata l'operazione non autorizzata, e visto l'inutile invio per tre volte della documentazione, il cliente ha inoltrato denuncia ai carabinieri: gli ha spiegato anche di non aver mai acquistato beni da siti internet, né di avere mai comunicato a terzi il numero della propria carta, la relativa password, né i dati relativi al proprio conto corrente bancario inclusa la password e le modalita di accesso al proprio conto on line, atti che potrebbero facilitare i furti di dati bancari.

Nel frattempo il sito presso il quale era stato effettuato l'acquisto ha riferito di aver ricevuto comunicazione del problema dal circuito della carta di credito solo il 17 settembre; e così, nel frattempo (il 10 settembre), il televisore era già stato inviato nella località richiesta dall'anonimo ladro telematico, nella Penisola. Da qui la decisione del ricorso all'Abf (arbitro bancario finanziario), che lo ha parzialmente accolto (c'era una franchigia di 50 euro). E' stata ottenuta la restituzione della somma, detratta la franchigia, e cioè 475,70 euro, più le spese di procedura a favore della Banca d'Italia. Ma vicende come questa non lasciano tranquilli i tantissimi utenti, se anche chi si comporta in modo prudente nella gestione dei propri dati rischia di pagare prezzi elevati. Quasi inutile dire che il protagonista della vicenda sta per trasferire il conto altrove.

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