La Nuova Sardegna

Olbia

Villaggio sulle dune a Badesi, scende in campo la Regione

di Pier Giorgio Pinna
Villaggio sulle dune a Badesi, scende in campo la Regione

Il Servizio di vigilanza chiede al Comune di Badesi tutte le carte. Gli ambientalisti: «Allora chi ha dato le autorizzazioni?»

19 aprile 2013
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BADESI. Puc e a capo. Colpo a sorpresa, a Baia delle mimose, nel villaggio turistico in costruzione vicino alle dune. La Regione dà una mano agli ecologisti del Gruppo d'intervento giuridico. Con una nota dai toni formali, gli uffici del Savi chiedono al Comune «tutta la documentazione amministrativa e tecnica per valutare se il progetto vada assoggettato alle procedure di valutazione ambientale». «Ma proprio la mancanza di questo preventivo screening è la dimostrazione di come quei lavori non siano in realtà mai stati autorizzati in termini ufficiali», fanno notare i rappresentanti dell'associazione che lotta per la difesa di questo tratto della costa settentrionale sarda dove sfocia il Coghinas. E adesso qualcuno in paese riflette sul fatto che tutti i più recenti provvedimenti del Piano urbanistico comunale (il Puc, appunto) non hanno mai avuto il disco verde da parte dell'opposizione.

La svolta segue di poco i primi accertamenti avviati dalla magistratura e da altri enti sul caso. Richiesto di un commento, il sindaco di Badesi ribadisce le proprie posizioni. «Siamo sereni e abbiamo già inoltrato al Servizio di vigilanza ambientale tutte le carte: carte richieste, è bene sottolinearlo, unicamente in base all'esposto presentato dal Gruppo d’intervento giuridico _ spiega Toni Stangoni, che nel centro turistico di duemila abitanti guida una lista civica ed è al terzo mandato _ A me pare che quest’associazione si accanisca nei confronti del nostro Comune, al contrario di quanto fanno altre dandoci fiducia». «A ogni modo quei lavori sono fatti al di fuori dall'area d’interesse comunitario attorno al fiume e quindi questa procedura della Via non è dovuta _ prosegue il sindaco _ Perché allora i dirigenti di questo gruppo non vengono qui a Badesi a confrontarsi con noi anziché continuare a inondarci di sollecitazioni?».

In una riunione del consiglio comunale convocata per lunedì scorso, comunque, si sono affrontati temi diversi, compresa un'altra lottizzazione, ma nessuno ha tirato fuori dal cilindro quest'importante sviluppo. Le argomentazioni avanzate dagli ecologisti sull'operazione immobiliare appaiono chiare. Dice infatti il loro rappresentante e portavoce Stefano Deliperi: «Secondo quanto reso noto dal Savi, a partire dal settembre 2011, il Comune non avrebbe nemmeno risposto alle sue richieste e nonostante ciò il cantiere non è mai stato fermato».

Ma quali sono le caratteristiche del complesso vacanze al centro della bagarre? Il centro sta sorgendo a 250 metri dal mare, a ridosso delle dune, in un'area oggi incompatibile con la legge salvacoste voluta da Renato Soru quand'era governatore. È composto di due blocchi: uno destinato a una novantina di residence, l'altro a nove ville. L'intera operazione viene curata da una società con base in Lombardia, la Casa Bianca Italia Spa. Imprenditori e amministratori sostengono che il via libera è stato reso possibile dal fatto che si tratta di una vecchia lottizzazione, con autorizzazioni più volte rinnovate negli anni.

Interpretazione che evidentemente non trova d'accordo gli ambientalisti del Gruppo d’intervento giuridico. Tant'è vero che il Grig si è appellato anche alle soprintendenze, al ministero, alla Forestale, persino alla Commissione europea. «Perché _ come chiosa Deliperi _ le spiagge e la fascia dei 300 metri dalla battigia sono tutelate con specifico vincolo di conservazione integrale. E quest'area, ricoperta in buona parte da macchia mediterranea, è salvaguardata da ulteriori vincoli paesaggistici». «Ma ora sarà finalmente possibile sapere se il cantiere incombente sulle dune di Badesi sia stato legittimamente autorizzato», è la conclusione di Deliperi. E nel frattempo si profila un punto fermo sul Puc, ancora da decifrare a fondo.

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