La Nuova Sardegna

Olbia

Isola di Santa Maria, nell’eden cemento a 5 stelle

di Serena Lullia e Andrea Nieddu
Isola di Santa Maria, nell’eden cemento a 5 stelle

Sotto accusa l’amministrazione Comiti che ha votato l’approvazione di una variante al puc per consentire l’ampliamento di 40 metri quadrati dell’albergo La Casitta. La decisione ha spaccato la maggioranza e suscitato un mare di polemiche

29 marzo 2013
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LA MADDALENA. Cemento a 5 stelle nell’eden di Santa Maria. A benedire i mattoni di lusso su una delle isole protette dell’arcipelago-parco è l’amministrazione di Angelo Comiti. O meglio una sua piccola parte. La variante al piano urbanistico comunale che consente alla società Samit, di proprietà della famiglia Fonnesu, di ampliare del 20 per cento “La Casitta”, albergo-ristorante di lusso con vista sul paradiso, è stata approvata con 8 voti a favore e 7 contrari. Un provvedimento che spacca la maggioranza del sindaco democratico Comiti.

Il capogruppo di maggioranza Gian Luca Cataldi, così come due assessori fedelissimi del primo cittadino, Maria Pia Zonca (Idv) e Nicola Gallinaro, più altri due consiglieri dicono no alla proposta di delibera votando no insieme con l’opposizione. Ma la matematica in aula ha il suo peso. E in un gioco di assenze in aula più o meno strategiche, un solo voto in più e un maremoto all’interno della maggioranza siglano il via libera all’ampliamento della struttura ricettiva sull’isola privata di Santa Maria, frequentata da nababbi e paperoni. Un resort esclusivo immerso nel verde che i ricchi diportisti raggiungono a bordo dei loro maxi yacht.

La variante. La variante al puc da tre anni compariva e scompariva dagli ordini del giorno del Consiglio comunale. Dal 2009 la proposta della maggioranza veniva inserita nelle posizioni più basse della discussione in aula. Forse un tentativo per prendere tempo su una pratica spinosa, alla ricerca di una quasi impossibile convergenza di vedute. A creare malumore all’interno della stessa maggioranza la zona in cui sorge l’albergo-ristorante “La Casitta”. Una zona H di massima tutela ambientale, in cui non sarebbe possibile nemmeno tagliare un ciuffo d’erba. Ma ciò che per le minoranza è uno stupro ambientale, un via libera alla cementificazione delle isole minori dell’arcipelago della Maddalena, per l’amministrazione è invece una operazione del tutto regolare, consentita dalla legge.

Le critiche di chi ha votato no. «Una maggioranza risicata si è assunta la grave responsabilità di avere creato un pericoloso precedente – commenta il consigliere di opposizione Massimiliano Guccini –. Ciò che è successo non è mai accaduto prima d'oggi nella storia politica isolana». Guccini fa riferimento a una regola non scritta della classe politica maddalenina. L’impegno di tutte le amministrazioni nel corso dei decenni, di qualsiasi colore politico, è sempre stato quello di preservare la verginità delle isole minori. Una sorta di confine sacro dell’inedificabilità. «Dopo aver distrutto l’economia dell’isola, questa amministrazione ha deciso di violentare il territorio – aggiunge il consigliere Guccini –. La bellezza del nostro arcipelago è l’ultima risorsa che abbiamo. La tutela delle isole minori fa parte del dna di ogni maddalenino. Il via libera all’aumento di volumetrie sull’isola di Santa Maria è uno sgarbo agli isolani e alle generazioni future. È stato infranto un tabù che mette a rischio il nostro futuro. La bellezza della nostra natura è l’unico vero motivo per cui i turisti decidono di fare le vacanza sul nostro territorio. Ed è l’eredità che abbiamo il dovere di lasciare ai nostri figli».

Feroci le polemiche anche di un altro consigliere di minoranza, Claudio Tollis. «Questo è un golpe politico – commenta – esercitato da otto membri della maggioranza che sprezzanti del rispetto verso una comunità intera hanno coscientemente violato la regola non scritta che nelle isole minori non si può mettere anche solo un mattoncino, nemmeno con il pensiero».

La società Samit, di proprietà di Marco Fonnesu, figlio dello storico sindaco isolano Tonino, ha già beneficiato di un aumento di volumetrie grazie al Piano casa. Il 20 per cento. Adesso, grazie alla decisione di sette consiglieri, potrà ampliare l’albergo-ristorante di un altro 20 per cento, circa 40 metri quadrati.

Il voto in aula. L’ok alla variante al Puc arriva in tarda serata, ben oltre l’orario di chiusura della seduta di Consiglio stabilita dal regolamento. Un motivo a cui la minoranza intende appellarsi puntando proprio sulla illegittimità della delibera. Poco convincenti secondo le opposizioni le rassicurazioni dell’assessore all’Urbanistica, Mauro Bittu, sulla bontà della variante. Per l’uomo di fiducia del sindaco, la pratica di Santa Maria rispetta la legge e non crea alcun precedente pericoloso.

La posizione di Sel. Contradditoria la posizione di Sinistra ecologia e libertà, reduce da un convegno in cui è stato più volte ribadito che il mattone non è sinonimo di sviluppo e posti di lavoro. «È necessario un cambio di metodo che ci permetta di discostarci dall’idea secondo la quale costruire sia lo strumento necessario per creare sviluppo e posti di lavoro – scrive in una nota il circolo isolano di Sel “Nelson Mandela” -. Riteniamo che un massimo livello di tutela nelle isole minori non contrasti in alcun modo con l’economia del territorio, ma che anzi la favorisca. In termini assoluti un ampliamento di 37 metri quadrati come quello accordato alla società Samit sull’isola di Santa Maria può non essere ritenuto impattante. Ma è comunque un segnale politico che riteniamo pericoloso. La scommessa alla quale dobbiamo credere sino in fondo è fermare il consumo di territorio e al tempo stesso riutilizzare le tante strutture che si trovano oggi in stato di abbandono, esigendone la cessione dal demanio statale e regionale».

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