La Nuova Sardegna

Olbia

Costa Smeralda 2, no all’acquapark proposto dall’emiro

di Serena Lullia
Costa Smeralda 2, no all’acquapark proposto dall’emiro

Da Arzachena stop anche agli interventi edilizi nell’area protetta di Monti Zoppu. Il Comune replica agli ecologisti

16 febbraio 2013
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ARZACHENA. Il Comune prepara il suo piano di sviluppo della Costa Smeralda. E nella Porto Cervo pensata dalla giunta di Alberto Ragnedda non c'è spazio per l'acquapark alle spalle dell'eden di Liscia Ruja, né per il cemento nell'area vergine di Monti Zoppu. Il primo cittadino dà l’impronta di Arzachena alla Costa Smeralda 2. La proposta della Qatar Holding per Porto Cervo si confronta con l’idea di sviluppo dell'amministrazione. Dalla prima bozza di piano presentata dal braccio operativo del fondo sovrano qatarino vengono depennate alcune richieste.

I primi no. Bocciati scivoli e giochi d’acqua alle spalle del litorale di Liscia Ruja. Per il Comune l’idea di un tempio del divertimento acquatico è buona, la posizione no. Si valutano altre aree, magari più lontane dalla costa. No anche a possibili interventi edilizi nel paradiso di Monti Zoppu, area protetta per legge. Sì invece alla pista di go-kart da realizzare dopo aver risanato la vecchia discarica nella frazione di Abbiadori. C’è già il primo via libera alle operazioni di bonifica. La pista di go-kart piace al sindaco Ragnedda, in particolare sotto il profilo ambientale. «L’intervento prevede la bonifica di un'area oggi compromessa – spiega – che verrà completamente recuperata. Il kartodromo può essere poi una buona alternativa turistica al mare e allungare la stagione. Non mi piace invece la posizione dell'acquapark alle spalle di Liscia Ruja. Alla base ci sono motivazioni ambientali, le stesse che non ci permettono di autorizzare interventi a Monti Zoppu».

Il Consiglio aperto. Da due settimane l'amministrazione Ragnedda studia le 150 pagine del progetto strategico per la Costa Smeralda firmato Qatar. Già avviata la fase di condivisione del piano. Dopo l’incontro con i sindacati, ora tocca al consiglio comunale aperto, che verrà convocato a breve. Dal dibattito politico nasceranno le indicazioni per migliorare la proposta di sviluppo qatarino. «A quel punto diventerà il nostro piano per la Costa Smeralda, e andrà inserito in un contesto più ampio di pianificazione – aggiunge il sindaco –. Per fare questo si dovranno anticipare alcune scelte del Puc e lo si dovrà fare con lo spirito di condivisione di tutto il Consiglio. Definite le linee guida, daremo mandato ai nostri tecnici di convocare un tavolo con i progettisti della Qatar Holding per avviare la discussione e portare avanti l'investimento secondo le norme vigenti».

La risposta agli ambientalisti. Il sindaco difende poi Arzachena dalle accuse di essere un comune dal cuore di cemento, pronto a seppellire con i mattoni a 5 stelle qatarini graniti e macchia mediterranea. «Chi si esprime in questi termini dà un pre-giudizio – dichiara Ragnedda –. A oggi non esiste un vero piano, né progetti. Quello su cui stiamo aprendo la discussione è solo una ipotesi. Vedremo se la proposta della Qatar Holding andrà a incontrarsi, o scontrarsi, con le ipotesi di sviluppo che l'attuale amministrazione, con l'autonomia che le deriva dalla legge, ha in mente. Se non si dovessero incontrare non permetteremo che si costruisca dove non è possibile. E a stabilire le regole non sarà il sindaco ma il consiglio comunale».

Stop ai pregiudizi. Ragnedda rinfresca poi il ricordo dell’anima ambientale di Arzachena. «La fascia di tutela dei 300 metri è nata ad Arzachena, così come un nuovo modello di sviluppo che mette al primo posto l'ambiente e non il cemento – precisa –. La comunità e le associazioni ecologiste possono stare tranquille. Intendiamo continuare su quella strada. Se dopo 50 anni di sviluppo la Costa Smeralda è ancora un luogo riconosciuto a livello internazionale per la bellezza e la conservazione della natura, significa che esiste da sempre una sensibilità a questi temi che intendiamo portare avanti. Il dialogo è aperto con tutti, ma non abbiamo bisogno di lezioni. Nessuno può amare questa terra più di noi, che qui siamo nati e cresciuti e qui vogliamo crescere i nostri figli. Non si può affrontare la discussione del piano del Qatar con pregiudizio e senza conoscenza. Comportamenti di questo tipo sono molto pericolosi. Serve un approccio maturo e responsabile, che tenga anche conto del momento economico che viviamo. C’è la possibilità di un importante investimento sul territorio, che col contributo di tutti può essere reso più rispettoso dell'ambiente e della nostra storia. Il piano sarà valutato all'interno di una pianificazione generale che guarda ai prossimi 20 anni. Se il progetto del Qatar, che ha un interlocutore serissimo, sarà rispettoso della natura, della tradizione, degli interessi di Arzachena, della Gallura e della Sardegna lo porteremo avanti. Da parte nostra c’è tutto l’impegno in questo senso. Lo dobbiamo alla comunità».

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