La Nuova Sardegna

Olbia

Rissa a colpi di machete dentro il campo nomadi

All’origine dello scontro violentissimo un fidanzamento contrastato La polizia locale ha identificato tutte le persone all’interno della struttura

06 giugno 2012
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OLBIA. Pietre, mazze ferrate, pugni, machete branditi come spade. Notte agitata al campo nomadi di Sa Corroncedda, con tre feriti e danni ad auto e roulotte. Ad affrontarsi due gruppi all’interno della struttura in cui vivono decine di rom. Il diverbio è sfociato in un scontro che come un incendio è divampato per il campo. Al centro dello scontro ci sarebbe il fidanzamento tra due giovanissimi, 17 anni lui, 15 lei, non gradito ai gruppi familiari.

Momenti di altissima tensione con scontri violentissimi. Assalti a macchine e roulotte con machete e sassi. Nella notte si sono precipitati per primi i carabinieri del reparto territoriale di Olbia. Ma per portare la calma sono intervenuti nella struttura tutte le pattuglie a disposizione. Polizia locale, polizia di Stato e guarda di finanza. Sul caso indagano i carabinieri.

C’è voluta quasi tutta la notte per riportare la calma ed evitare che la rissa si trasformasse in tragedia. I carabinieri hanno cercato anche a lungo i due minori, un ragazzo di 17 anni e una ragazza di 15 che erano scomparsi dal campo. Sono stati ritrovati in giornata in corso Umberto dai militari.

Le verifiche all’interno del campo, che è una struttura del Comune, le porta avanti la polizia locale. Che per tutta la giornata ha identificato le persone all’interno del campo e ha cercato di capire i motivi che hanno fatto scoppiare la rissa. Al centro della diatriba ci sarebbe proprio l’allontanamento dei due ragazzi. Ora la polizia locale cerca di ricostruire la dinamica dello scontro violentissimo, che solo per caso non ha avuto conseguenze drammatiche.

Preoccupato il comandante della polizia locale, Gianni Serra. All’interno del campo gli agenti hanno trovato un enorme degrado. Ora verificano cosa è accaduto e identificano tutte le persone all’interno della struttura. C’è un regolamento e chi lo trasgredisce rischia l’espulsione. Al lavoro anche i servizi sociali che tentato di valutare quali siano le condizioni di convivenza all’interno della struttura.

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