La Nuova Sardegna

Olbia

Terrata 2, la confisca è ormai inevitabile

di Tiziana Simula
Terrata 2, la confisca è ormai inevitabile

La Cassazione ha rigettato i ricorsi presentati dai condomini: le case diventano proprietà del comune di Golfo Aranci

14 aprile 2012
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GOLFO ARANCI. La speranza di salvare le proprie case dalla confisca si è drasticamente infranta contro il pronunciamento della Corte suprema di Cassazione che nell’udienza di mercoledì scorso ha rigettato i loro ricorsi, ma i condòmini di Terrata 2 non gettano le armi neppure ora, e si dicono pronti a continuare la battaglia davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

Un ennesimo ed estremo schiaffo quello appena ricevuto dai proprietari delle case, da anni al centro di una lunga vicenda giudiziaria che ruota intorno al complesso edilizio Terrata 2, diventato di proprietà del Comune per effetto della confisca penale stabilita dalla Corte di Cassazione per il reato di lottizzazione abusiva (2006). Non si conoscono ancora le motivazione della decisione, che saranno depositate nei prossimi mesi. Ma il dispositivo è lapidario: la terza sezione penale della Corte suprema di Cassazione ha rigettato i ricorsi e condannato i ricorrenti al pagamento delle spese processuali. Di fatto, dunque, le case di Terrata 2 continuano a rimanere nelle mani del Comune. Un pronunciamento che non ribalta affatto –, così com’era nelle speranze dei ricorrenti, una settantina in tutto difesi dall’avvocato Benedetto Ballero –, ma conferma le decisioni già assunte dal tribunale di Olbia. I condòmini avevano infatti presentato ricorso in Cassazione per chiedere l’annullamento dell’ordinanza del tribunale olbiese con cui veniva rigettata la richiesta di revoca della confisca delle case.

Una decisione che ha letteralmente gelato i ricorrenti, in gran parte proprietari di seconde case, che da anni combattono per cercare di salvare le abitazioni che avevano acquistato 15, 20 anni fa, una battaglia legale condotta su più fronti e basata sostanzialmente su due punti cardine: la buona fede degli acquirenti, che hanno cercato di dimostrare nelle varie sedi giudiziarie la loro estraneità ai fatti che hanno dato luogo alla confisca, «avendo acquistato prima che sorgesse il caso», e l’insussistenza della violazione della normativa urbanistica, come ribadito anche in Cassazione. Finora, però, senza alcun risultato positivo per loro. Comunque decisi ad andare ancora avanti, nonostante l’ultimo pronunciamento dall’esito inatteso. «Aspettiamo di conoscere le motivazioni, in ogni caso ricorreremo alla Corte Europea», dice l’avvocato Ballero, confermando l’intento già più volte espresso dai ricorrenti di voler procedere fino alla fine. Tutto ciò mentre resta ancora aperto il capitolo relativo al Tar e allo sgombero delle case disposto dall’amministrazione comunale, in ottemperanza alla sentenza della Cassazione. Il braccio di ferro legale per fermare il provvedimento andrà, anche questo, avanti. Resta ora da capire cosa farà l’amministrazione comunale alla luce degli ultimi pronunciamenti, quello della Cassazione e quello del Tar , che non aveva concesso la sospensiva al provvedimento di sgombero richiesto dai ricorrenti.

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