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Nuoro

Monte Sant’Antonio, dopo 2 anni via al piano di valorizzazione 

Monte Sant’Antonio, dopo 2 anni via al piano di valorizzazione 

Macomer, il consiglio comunale ha approvato all’unanimità il progetto di rilancio e recupero Per la prima volta le terre a uso civico saranno a disposizione dei giovani per fare nuove imprese

21 giugno 2017
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MACOMER. Sono stati necessari due anni di lavoro per dare corpo e sostanza a uno strumento che apre la strada alla valorizzazione del monte Sant’Antonio e, più in generale, dei beni del comune di Macomer imbalsamati da sempre dal vincolo di uso civico. Ieri il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità il piano di valorizzazione e recupero delle terre civiche elaborato dallo studio tecnico Giovanni Battista Piras di Oristano.

Terreni per i giovani. Si tratta di uno strumento di pianificazione comunale che, per la prima volta in Sardegna, mette i terreni a uso civico a disposizione dei giovani per fare impresa in agricoltura. Si crea una rete produttiva di 120 ettari per nuovi operatori agricoli. Di questi 70 ettari sono a Bara, dove sono situate le terre migliori di Macomer.

Soddisfatto il Sindaco. «Il piano – ha detto il sindaco, Antonio Succu, introducendo l’argomento – ha due grandi obiettivi. Il primo riguarda usi tradizionali, rappresentato principalmente dal pascolo che rimane invariato se non per gli elementi relativi alla durata delle concessioni. Il secondo punta a usi non tradizionali e prevede un mutamento di destinazione e di impiego delle terre civiche».

Forestazione produttiva. Gli usi non tradizionali sono quelli diversi dal pascolo e legnatico e riguardano la manutenzione e il rimboschimento del patrimonio. In quest’ultimo si inserisce il discorso della filiera foresta-legno, la forestazione produttiva per la produzione di legno non da ardere che, se dovesse decollare, avrebbe una ricaduto occupazionale importante. La filiera del legno, infatti, prevede occupazione diretta nel processo di produzione e lavorazione, oltre che di commercializzazione e trasporto, ma anche nella lavorazione dei sottoprodotti e scarti, come ad esempio la produzione di pellet per uso energetico.

Si punta al turismo. Nell’uso del monte di Macomer, però, si guarda anche e soprattutto al turismo, «non ha quello di massa – ha detto il sindaco –, ma a quello compatibile con la risorsa legato alle escursioni, alle visite scolastiche con i bambini che scoprono ambiente e natura, alla sentieristica e al turismo archeologico». Sul monte Sant’Antonio sono presenti diversi fabbricati di proprietà del comune che possono essere utilizzati allo scopo. Dove mancano, come nel caso di Tamuli, sono state messe in opera strutture amovibili ben inserite nel contesto. Gli altri, come le colonie ex Eca, Su Cantareddu, una fattoria in abbandono e altri locali, sono suscettibili di valorizzazione per un altro tipo di utilizzo. In due punti diversi, di cui uno è situato a Bara e l’altro a Tamuli, sono state individuate le aree Zac (zona addestramento cani) che possono attivare diverse iniziative sportive, come le gare cinofile, di livello regionale e nazionale.

I poligoni di tiro. Il vecchio poligono di tiro privato non potrà più essere utilizzato perché non rispose ai requisiti di sicurezza richiesti. Resta il poligono militare. Per gli usi civili si punta invece alla riconversione e all’utilizzo del poligono naturale costituito dalla ex cava di S’Ena Ruggia. Nel corso del dibattito sono intervenuti i consiglieri Giuseppe Ledda, Federico Castori, Giuseppe Pirisi e, Giovanni Lai e Gianfranco Congiu, il quale ha detto che la valorizzazione delle terre civiche è un punti programmatici che si realizzano.

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