La Nuova Sardegna

Nuoro

I sindaci del Marghine contro lo spopolamento 

I sindaci del Marghine contro lo spopolamento 

A Macomer un convegno organizzato dall’associazione culturale Nino Carrus I dieci amministratori del territorio concordi: servono nuove strategie di sviluppo

14 giugno 2017
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MACOMER. Tutti concordano che anche e soprattutto nel Marghine i comuni, i territori e quindi le unioni di comuni che li rappresentano debbano essere i nuovi protagonisti della crescita economica e sociale, ma su un progetto unitario di un nuovo modello di sviluppo non mancano i distinguo e le spinte che spostano gli obiettivi, quando non rallentano l’azione tesa al loro conseguimento. Nel corso di un incontro pubblico molto partecipato tenuto venerdì a Macomer per iniziativa dell’associazione culturale Nino Carrus, i dieci sindaci del Marghine (per Dualchi c’era l’assessore Gianpaolo Corda), tutti assieme e in una riunione pubblica hanno detto per la prima volta cosa ne pensano. Questi i punti del dibattito sui quali si è aperto il confronto: ha senso pensare di costruire la “Città del Marghine”? Quali proposte e progetti è necessario mettere in campo per lo sviluppo del Marghine? Con quali strategie si può contrastare lo spopolamento dei nostri paesi? Tutti concordano sulla necessità di mettere insieme le forze per esercitare un’azione unitaria a sostegno delle rivendicazione per ottenere risposte ai problemi dello sviluppo e dello spopolamento. La “Città del Marghine” più che un idea è un’esigenza. Ma un po’ come nell’Unione europea con gli stati, anche i comuni tendono a marciare per conto proprio per ottenere di più o non rinunciare a qualcosa. Diversa anche la visione di un nuovo modello di sviluppo. Il processo di industrializzazione iniziato nella prima metà degli anni Settanta con la chimica a Ottana, la metalmeccanica a Bolotana e il tessile a Macomer, si è esaurito creando cassintegrati diventati poi disoccupati. Per Francesco Manconi, che ancora per un giorno era sindaco di Bolotana, l’industria è necessaria per dare risposte decise alla disoccupazione. Il sindaco di Macomer e presidente dell’Unione dei comuni, Antonio Succu, ritiene invece che un nuovo percorso di sviluppo passi attraverso l’uso compatibile delle risorse. Agroalimentare, agricoltura e turismo possono aprire nuovi scenari e, come ha spiegato il presidente dell’Unione dei comuni, il progetto di programmazione territoriale “Marghine al centro”, per il quale ai primi di maggio è stato firmato l’accordo di programma con l’assessore regionale alla Programmazione, Raffaele Paci, è la base dalla quale partire. Il progetto porta in dote 24 milioni di euro. Su questi temi si è aperto in confronto e i sindaci presenti (Luigi Daga di Sindia, Gian Pietro Arca di Silanus, Marcella Chirra di Lei, Francesco Caggiari di Bortigali, Bastiana Carboni di Borore, Federico Pirosu di Noragugume, Silvia Cadeddu di Birori, Gianpaolo Corda per il comune di Dualchi e Francesco Manconi di Bolotana) hanno espresso le loro valutazioni avanzando, per alcuni aspetti, dubbi e perplessità. Gli scenari del confronto sono quelli dei problemi del territorio, a partire dallo spopolamento legato alla denatalità e alla fuga dei giovani. Il Marghine è una delle aree dell’isola con l’età media più alta: 48,3 anni per abitante su una media provinciale di 45,5 con punte di 50,7 a Bortigali e 51 a Dualchi. Poi c’è il problema della disoccupazione, al 15,2% contro una media provinciale del 14,7%. Alta la disoccupazione giovanile: 38%. A questo si somma la perdita dei servizi. Tutto hanno concordato che nelle dinamiche di spopolamento concorrono fattori di repulsione rispetto a quelli di attrazione, come la sottodotazione di servizi e la carenza di infrastrutture, soprattutto trasporti e comunicazioni. (t.g.t.)

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