La Nuova Sardegna

Nuoro

«Niente cure» e s’incatena in ospedale 

di Giusy Ferreli
«Niente cure» e s’incatena in ospedale 

La protesta di una donna di Ilbono dopo l’ennesimo rinvio di una visita. Il direttore Assl: «Pochi gli specialisti disponibili»

08 giugno 2017
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LANUSEI. Quando ha saputo dal Centro unico di prenotazione che la sua visita sarebbe slittata un’altra volta, non ci ha visto più. E così, ieri mattina, si è incatenata di fronte all’ospedale di Lanusei per protestare contro la temporanea sospensione del Servizio di terapia del dolore della Assl ogliastrina. Protagonista di questa estrema quanto clamorosa contestazione è Carla Lai, infermiera di Ilbono e dipendente della stessa area sociosanitaria. La donna, 48 anni, affetta da una grave forma di fibromialgia ha deciso di sollevare il caso.

Sposata e madre di due ragazzine, l’infermiera dalle undici di ieri mattina è legata a una colonna all'ingresso del nosocomio Nostra signora della Mercede. Prima però ha sporto querela presentandosi al commissariato. In due pagine di verbale ha fatto presente la situazione che si è trovata ad affrontare in prima persona.

«L'impegnativa per una visita breve, che sarebbe servita per adeguare la terapia – racconta l'infermiera – risale allo scorso dicembre e la prima visita viene fissata per febbraio». L’appuntamento slitta una prima volta per vicende non imputabili al servizio. La visita viene spostata al 19 aprile e, a causa dell'assenza del medico, al 7 giugno. Ma anche questa data salta. Scatenando l'ira dell'infermiera, attiva anche nel comitato civico “Giù le mani dall’Ogliastra”, che non sa quando potrà farsi visitare visto che la Terapia del dolore riprenderà non prima del 12 giugno, il prossimo lunedì.

«Ho chiesto al direttore dell’Assl di nominare immediatamente un sostituto del medico non solo per curare me ma per tutti i malati che devono affrontare il dolore cronico» fa sapere Carla Lai. Una richiesta fatta di persona al direttore Pino Frau che si è precipitato in ospedale non appena saputo della contestazione messa in atto dalla dipendente. Che non solo rimarrà in catene sino a quando i vertici dell’Area sociosanitaria ogliastrina non prenderanno in considerazione la sua richiesta ma ha già deciso di rilanciare iniziando lo sciopero della fame e quello dei farmaci.

«Voglio essere una paziente di serie A. Non me ne andrò finché non arriverà un medico per tutti quelli che hanno i miei stessi problemi» tuona la donna. Il direttore Pino Frau, in un’improvvisata conferenza stampa organizzata nella vicina Casa della salute non solo conferma l’interruzione temporanea del servizio ma ammette che non può nominare, seduta stante, un sostituto del responsabile della Terapia del dolore, assente dal lavoro per problemi familiari da due settimane. «Ci dispiace per il disagio arrecato ai pazienti e per questo chiediamo scusa. Ci dispiace ancor di più perché – spiega il responsabile della sanità ogliastrina – questa protesta, che ritengo inappropriata, è rivolta a un fiore all’occhiello dell'assistenza territoriale della nostra Assl». Un servizio – sempre secondo Frau supportato in questa occasione da Sandro Rubiu, direttore del Distretto sociosanitario da cui dipende il servizio che comprende anche le cure palliative ai malati terminali sia in ambulatorio che a domicilio – in grado di lavorare in rete con i medici di famiglia sull'intero territorio. «Il medico è assente da due settimane e non è possibile sostituirlo immediatamente perché di palliativisti in Sardegna ce ne sono pochi» la sua conclusione. La notizia dell’incatenamento di Carla Lai ha subito fatto il giro della cittadina, spopolando sin dalla mattinata sia sul web che su radio paese. L’infermiera incatenata ha ricevuto diverse visite e attestati di solidarietà da parte dei familiari e delle persone che temono nuovi tagli ai servizi sanitari messi a repentaglio – a loro giudizio – dalla riforma dell’Asl unica e dalla riorganizzazione della rete ospedaliera che a breve passerà al vaglio del Consiglio regionale.

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